Chi finanzia elezioni e votazioni federali deve poter restare anonimo? È giusto non sapere da dove prendono il denaro partiti e comitati che difendono iniziative e referendum? Sono queste le domande alla base del dibattito che affronta oggi il Consiglio nazionale. Il punto di partenza è l’iniziativa popolare denominata “Per la trasparenza”, lanciata dalla sinistra, che chiede in estrema sintesi ai partiti di rendere pubblici i loro bilanci, così come la provenienza delle donazioni superiori ai 10'000 franchi. L’idea dei promotori è che i cittadini hanno il diritto di sapere chi con grosse somme di denaro cerca di influenzare la politica.
Un’iniziativa che Consiglio federale e Parlamento invitano a respingere; il Consiglio degli Stati ha però deciso di mettere sul tavolo una contro-proposta: secondo la Camera alta, l'iniziativa si spinge troppo lontano, ma c'è margine per intervenire. Propone quindi di alzare da 10 a 25’000 il limite oltre il quale bisogna rendere pubblico il nome di persone o di aziende che hanno dato soldi per un'elezione o votazione federale. Una proposta respinta per un solo voto di scarto dalla maggioranza della Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale.
Finanziamento della politica: più trasparenza
Telegiornale 16.12.2019, 21:00
La questione della trasparenza in politica è molto sentita dalla popolazione e lo hanno indicato anche diverse votazioni cantonali, ma secondo i contrari si tratta di difendere la libertà la sfera privata dei cittadini, che deve valere anche per l'impegno in politica. Inoltre - e questa è anche la posizione del Consiglio federale - regole a livello nazionale sul finanziamento dei partiti sarebbero difficilmente conciliabili con il federalismo. I cantoni sono liberi di intervenire per assicurare più trasparenza, diversi - tra i quali il Ticino - lo hanno già fatto.