Pochi clic per accaparrarsi un Kalashnikov Ak47 di seconda mano ma perfettamente funzionante al prezzo di 800 franchi, secondo caricatore incluso. E per chi non avesse dimestichezza coi computer, basta recarsi in armeria per scegliere tra innumerevoli marche di pistole e fucili. La Svizzera ha fama universale di essere un paese molto liberale per quanto riguarda le armi da fuoco, dove vigono tuttavia poche ma chiare regole in materia di compravendita (Vd. animazione e PDF).
Sono oltre due milioni quelle conservate nelle case degli abitanti della Confederazione*, di cui meno della metà censite dai cantoni. Un numero che fa della Confederazione il terzo paese al mondo per possesso tra privati cittadini: quasi 46 armi leggere ogni 100 abitanti; cifre superate solo dallo Yemen (55) e dagli Stati Uniti, che mantengono il primato con l’89% in media di cittadini armati.
Diffusione armi tra la popolazione civile (dati Small Arms Survey 2007)
Diffusione pistole e fucili tra la popolazione civile
Di recente, tuttavia, l’usanza rossocrociata di possedere liberamente un fucile o una rivoltella ha rischiato di essere messa seriamente in discussione. La
Commissione europea, sulla scorta degli
attentati jihadisti del 13 novembre a Parigi, ha infatti chiesto di regolamentare ulteriormente il mercato nello spazio Schengen (Svizzera compresa), vietando per esempio la vendita online e la possibilità di
acquistare fucili d’assalto, anche demilitarizzati.
La legge svizzera sulle armi (in breve)
RSI Info 29.03.2016, 20:35
La sola ipotesi ha fatto trasalire i difensori della tradizione rossocrociata di conservare il fucile d’ordinanza in casa, ma alla fine la maggior parte dei paesi coinvolti ha bocciato il progetto. Il dibatto sulle armi è tuttavia lungi dall’esserci spento e, anche in Svizzera, continua a scaldare gli animi.
Peter Regli, ex capo dei Servizi delle attività informative della Confederazione (gli 007 nostrani) ha le idee chiare in materia: “Non si sconfiggeranno i terroristi introducendo nuove norme: i guerriglieri di Allah si procurano i kalashnikov sul mercato nero. Per contrastarli l’unica via è rafforzare la collaborazione fra le forze dell’ordine e l’intelligence, per sventare i loro piani prima che li portino a termine”.
Peter Regli: "Per combattere il terrorismo non servono ulteriori regolamentazioni"
RSI Info 31.03.2016, 12:29
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Di parere opposto il socialista Carlo Sommaruga, da sempre fautore dell’introduzione di regole più chiare e restrittive in materia. "Non c'è solo il commercio sottobanco: le armi possono anche essere rubate ai collezionisti", afferma il consigliere nazionale ginevrino aggiungendo che bisogna tener presente anche l'eventualità che certi individui si radicalizzino: "Una persona che assume posizioni estreme potrebbe in precedenza aver acquistato una pistola in maniera del tutto regolare. Non mi riferisco solo al radicalismo islamico, ma anche alla violenza di estrema destra, di cui si constata una recrudescenza”.
Sommaruga: "In Europa manca uniformità per quanto riguarda le norme sul commercio di armi"
RSI Info 31.03.2016, 12:30
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Peter Regli (s) e Carlo Sommaruga (d)
Il giro di vite proposto non riguarda però solo la lotta al terrorismo, ma anche gli episodi di violenza domestica. E in Svizzera i dati dell'Ufficio federale di statistica parlano chiaro: quasi la metà degli omicidi avviene tra le mura di casa. Di questi il 43% è commesso con armi da fuoco, detenute quasi sempre legalmente. E chi decide di togliersi la vita sparandosi lo fa con una pistola o un fucile registrati; nel 68% dei casi con il fucile d’ordinanza. Lo stesso Fass90 usato a inizio anno a
Montreux da un 25enne per uccidere la compagnia e poi suicidarsi.
"Quando qualcuno smette di ragionare lucidamente, se ha un’arma a disposizione può uccidere o togliersi la vita con molta più facilità: basta schiacciare il grilletto, non è come prendere a pugni qualcuno”, continua Sommaruga, aggiungendo che ci sono molti modi di controllarne maggiormente la diffusione senza compromettere l’esercito di milizia o la tradizione del tiro sportivo: “Basterebbe rendere obbligatorio il deposito in arsenale, per esempio”.
Sommaruga: "Per prevenire i casi di violenza basterebbe rendere obbligatorio il deposito delle armi in arsenale"
RSI Info 31.03.2016, 12:30
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Fotostoria: iniziativa sulle armi silurata nel 2011
Perter Regli, da parte sua, non condivide questa lettura: “Ulteriori leggi non diminuiranno queste morti violente. I numeri sono molto ridotti se paragonati con altri paesi. Se qualcuno non avesse a disposizione una pistola potrebbe lo stesso commettere un omicidio usando un coltello. Cosa dovremmo fare a quel punto? Rendere illegali i coltelli da cucina?”.
Peter Regli: "Non si diminuiranno queste morti introducendo nuove norme"
RSI Info 31.03.2016, 12:29
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In generale, politica e popolazione si sono finora espressi contro nuove leggi più severe. Il motivo addotto è sempre lo stesso: norme di questo tipo sono pastoie burocratiche e a farne le spese, in termini di oneri amministrativi, sarebbero ancora una volta i cittadini incensurati.
Ludovico Camposampiero
* I dati riguardanti il commercio di armi sono stati raccolti dalla Small Arms Survey: ONG con sede a Ginevra, fra le più autorevoli per quanto riguarda la compravendita di pistole e fucili a livello mondiale e gli atti di violenza tramite armi da fuoco.
Dagli archivi RSI: il documentario di David Induni
La Svizzera ha un rapporto con le armi che si basa sul concetto di libertà individuale, nato forse già con l'alleanza del 1291 o con il mito di Guglielmo Tell. Il rapporto degli svizzeri con le armi continua ancora oggi per varie ragioni: a detta dei più fedeli difensori, primariamente per proteggere la madrepatria e tutelare la libertà individuale. Uno svizzero, un’arma ci porta nel cuore della Confederazione Elvetica per meglio conoscere un’antica tradizione che non ha smesso di affascinare.