La transizione energetica della Confederazione dovrebbe essere più economica e liberale e più trasparente rispetto alla strategia 2050 elaborata dal Consiglio federale. Lo auspica l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). I mezzi finanziari per giungere all’obiettivo, stimati oggi a circa tre miliardi di franchi, andrebbero rivisti al ribasso in modo da evitare derive ideologiche che rischierebbero di far lievitare i costi.
La strategia energetica 2050 elaborata dal Consiglio federale può funzionare solo se le imprese e i privati operano seguendo i loro interessi orientati al mercato. Una transizione efficace non può avvenire se regolamenti, leggi e divieti sono troppo penalizzanti dal punto di vista economico.
Il maggior potenziale, a mente dell’USAM, risiede nella promozione di edifici energeticamente efficienti. Gli investimenti collegati a questi progetti dovrebbero essere esonerati dal pagamento di imposte per sette anni. L’USAM, sostenuta dall’associazione “Green Building”, cerca di ridimensionare le ambizioni della strategia federale, almeno finché i costi dell’operazione possono mettere in pericolo l’approvvigionamento elettrico per l’economia nazionale a prezzi concorrenziali.
ATS/Swing
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La centrale di Mühleberg
Anche nel 2013 la centrale nucleare di Mühleberg ha registrato un risultato considerevole producendo oltre tre milioni di chilowattora lordi con una disponibilità del 91 per cento. A seguito di interruzioni tecniche d'esercizio la quantità di elettricità prodotta è stata comunque leggermente inferiore all'annata record del 2012. Mühleberg ha immesso nella rete 7'944 ore di elettricità. Fino alla chiusura nel 2019 la centrale continuerà a garantire la sicurezza di esercizio dell'impianto attraverso continue manutenzioni e regolari controlli a tutti i sistemi.