Il Controllo federale delle finanze ha reso noti mercoledì i risultati della verifica riguardante la gestione dei rischi da parte della Posta, eseguita tra maggio e settembre dello scorso anno.
Emerge che, dal punto di vista formale, la procedura è generalmente corretta. Non sempre però le valutazioni degli strateghi dell'ex regia si sono rivelate valide
E' successo ad esempio nel caso di Autopostale Francia, che ha realizzato qualche profitto solo perché il gruppo ha rinunciato a 25 milioni di franchi di crediti. D'altro canto, concludere la temeraria avventura comporta l'esposizione a nuovi potenzialmente costosi pericoli: secondo l'organo di vigilanza, perdite potrebbero derivare dal mancato rinnovo dei contratti da parte dei clienti, ma finora né la filiale transalpina né la casa madre elvetica hanno costituito accantonamenti per coprire tali costi. Il "gigante giallo" parte dal presupposto che gli attivi superino comunque i debiti, mentre una riduzione del personale potrebbe comportare spese aggiuntive se un possibile acquirente non intendesse rilevare le parti non operative.
Nel complesso, questo modo d'agire potrebbe non rispettare quanto stabilito dal Consiglio federale, ossia che forme di cooperazione e partecipazione, in particolare all'estero, debbano essere governate in modo professionale e tenendo conto dei possibili scenari negativi.
ATS/dg