Un po' a sorpresa, il Consiglio degli Stati ha respinto mercoledì per 22 voti a 20 l'entrata nel merito del controprogetto indiretto all'iniziativa del PS che chiede di porre un tetto massimo (il 10% del reddito disponibile) ai premi di cassa malati, costringendo Confederazione e cantoni a mettere mano al portafoglio: la prima pagherebbe due terzi della spesa, i secondi il terzo rimanente.
Il plenum, nonostante l'appassionata difesa del consigliere federale Alain Berset e di diversi "senatori" del PS e del Centro, ha accolto una richiesta di non entrata in materia di Benedickt Wjuerth (Centro/SG), che considera il controprogetto eccessivamente centralista e dirigista.
Berset ha ricordato che alcuni cantoni hanno ridotto eccessivamente la loro partecipazione alla riduzione dei costi: "Arriviamo al punto in la Confederazione finanzia circa il 90% ma non ha voce in capitolo", ha affermato, ma per la maggioranza la proposta intaccava la sovranità cantonale. Il testo indicava una soglia minima di partecipazione compresa fra il 5 e il 7,5% dei costi.
Il dossier torna ora alla Camera del popolo, che aveva apportato in prima lettura una correzione più onerosa per le casse pubbliche: costerebbe 1,3 miliardi allo Stato centrale e 906 milioni ai cantoni.
L'approfondimento:
Finanze all'esame del Nazionale
Seduta breve, al Nazionale il prestito per Axpo
Quella di mercoledì è stata una seduta breve (un'oretta appena) per le Camere, visti i festeggiamenti nei cantoni di Turgovia e Grigioni per l'elezione (avvenuta lunedì) dei nuovi presidenti dei due rami del Parlamento, Martin Candinas e Brigitte Häberli. Al Nazionale è proseguito l'esame del preventivo 2023. I deputati hanno in particolare deciso di garantire anche il prossimo anno la possibilità di un prestito di 4 miliardi di franchi per garantire la liquidità del gruppo energetico Axpo. Oltre al piano di salvataggio energetico, anche la pandemia continuerà a pesare sui conti: tutti i crediti relativi al Covid-19 - che tornano da quello straordinario nel budget ordinario - sono stati accettati tacitamente. Ci sono in particolare 180 milioni di franchi per i test e 230 per i vaccini.