Mentre la Confederazione ha invitato tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano a rispettare il diritto internazionale umanitario e lavorare per la pace e la riconciliazione, anche i siriani in Svizzera hanno festeggiato domenica la caduta del regime di Bashar al Assad. La vittoria dei ribelli che nel giro di pochi giorni hanno marciato sulla capitale Damasco non significa però che le 28’000 persone provenienti dal Paese mediorientale e che oggi vivono nella Confederazione rientreranno presto in patria. In gran parte sono state accolte come rifugiati, altre hanno le procedure ancora in corso.
Secondo la SEM, la Segreteria di Stato della migrazione, le conseguenze per il settore dell’asilo sono ancora imprevedibili. Non è nemmeno escluso che si assista a un nuovo flusso di profughi verso l’Europa. Probabilmente i siriani che intendono ritornare nel loro Paese osserveranno prima l’evolversi della situazione e ci vorranno diverse settimane, se non mesi, prima che questa si stabilizzi e una nuova struttura prenda forma.
La SEM si aspetta che i siriani che hanno trovato rifugio negli Stati vicini, come Turchia, Libano e Giordania, siano i primi a tornare. La Turchia, ad esempio, ha ne ha accolti quasi tre milioni negli ultimi anni.
Non ci sono invece apparentemente problemi per la sessantina di cittadini svizzeri che risultano registrati in Siria, più una persona “di passaggio”: fino a domenica non erano pervenute richieste di assistenza consolare né chiamate alla linea diretta del Dipartimento federale degli affari esteri.
La diaspora siriana festeggia anche in Svizzera
Telegiornale 08.12.2024, 20:00