Svizzera

Primo vaccino all'esame in Svizzera

Swissmedic ha cominciato a valutare la domanda di omologazione del prodotto di AstraZeneca, i cui studi clinici sono ancora in corso

  • 6 ottobre 2020, 18:07
  • Ieri, 18:25
00:38

Notiziario 16.00 del 06.10.2020

RSI Info 06.10.2020, 18:06

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Di: ATS/pon 

Swissmedic ha avviato la valutazione scientifica del primo vaccino contro il COVID-19. La domanda di omologazione è stata presentata all’inizio di ottobre 2020 dalla società AstraZeneca, che sta sviluppando il vaccino in collaborazione con l’Università di Oxford. L’esame viene effettuato mediante la procedura detta di “rolling submission”, che consente alle aziende farmaceutiche di presentare domande per i medicamenti contro il COVID-19 ancor prima che lo sviluppo sia concluso e la documentazione sia completa. In questo modo è possibile accelerare l’omologazione. Sono ancora in corso, infatti, gli studi clinici. I risultati disponibili nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovranno essere presentati a Swissmedic non appena disponibili. Perché il vaccino sia autorizzato, dovranno confermare la sua efficacia e sicurezza.

All’inizio dello scorso settembre, AstraZeneca aveva dovuto interrompere la sperimentazione del suo vaccino in seguito a una reazione sospetta (una mielite trasversa, infiammazione del midollo spinale) in uno solo dei volontari - su un totale di 50’000 - ai quali era stato inoculato il farmaco. La multinazionale aveva deciso di sospendere la sperimentazione e i test di fase 3, ma solo temporaneamente e in via precauzionale. Il 17 di settembre, l’Università di Oxford aveva però rassicurato, indicando sul suo sito web di giudicare “improbabile” che gli eventi avversi che avevano portato alla sospensione fossero legati alla vaccinazione.

Per i vaccini contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 o i medicamenti per il trattamento del COVID-19 si applicano in linea di principio gli stessi requisiti previsti per tutti i medicamenti, precisa Swissmedic. La Confederazione, lo ricordiamo, ha raggiunto un accordo per la fornitura di 4,5 milioni di dosi con un altro produttore, la statunitense Moderna. Aveva tuttavia reso noto di restare in contatto anche con altre case farmaceutiche in grado di immettere un vaccino sul mercato.

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