Da inizio anno il metodo di rilevamento delle emissioni di polveri sottili è più preciso. Marco Doninelli, direttore della sezione ticinese dell'Unione professionale svizzera dell'automobile, conferma alla RSI che la nuova procedura sta creando grattacapi a molti automobilisti: "Effettivamente dai primi dati sembrerebbe che più o meno un 20-30 percento dei veicoli in circolazione - tra l'altro i modelli a partire dal 2013 - possono avere questo problema di mancata trattenuta delle polveri fini".
A perdere di efficacia dopo vari chilometri di uso sembra essere l'isolazione interna attorno al filtro. Di conseguenza le emissioni di polveri fini, dannose per ambiente e salute, superano il limite.
La sorpresa arriva spesso durante il collaudo, ma non è da escludere nemmeno un controllo mobile della polizia: "L'automobilista non si accorge del problema legato al filtro antiparticolato, perché non è elettronico, ma meccanico. Il veicolo d’altronde non crea alcun problema alla guida".
Marco Doninelli, direttore della sezione ticinese dell'Unione professionale svizzera dell'automobile
Problemi anche di approvvigionamento
Il proprietario a questo punto deve sostituire il filtro, una spesa di alcune migliaia di franchi. E come se non bastasse, su alcuni modelli ci sono ritardi nelle forniture, conclude Marco Doninelli. "Mi è giunta voce da parte dei nostri associati che per alcuni c'è anche un problema di disponibilità del filtro antiparticolato, con tutti questi problemi di approvvigionamento".
Per limitare i disagi l'Unione professionale svizzera dell'automobile sta incoraggiando i garagisti ad acquistare le nuove apparecchiature di misurazione delle polveri fini, così da evitare brutte sorprese al momento del collaudo del veicolo diesel.