S'è aperto lunedì a Ginevra il processo al taxista accusato d'aver violentato e poi strangolato, nel 2012, la figlia 12enne d'una conoscente. Un crimine d'eccezionale atrocità, per il ministero pubblico, che il diretto interessato nega. Contro di lui, tuttavia, gioca un passato fatto di altri stupri e di atti brutali ai danni di donne con le quali ha convissuto in tempi diversi.
L'imputato, un 42enne di origine etiope, aveva da alcuni mesi instaurato un'amicizia con la mamma della bambina e le faceva regolarmente visita. In un'occasione, trovatosi solo con la minorenne, avrebbe approfittato della situazione per poi ucciderla affinché non svelasse l'accaduto. Avrebbe poi nascosto il cadavere sotto il letto dei genitori per guadagnare tempo e costruirsi un alibi e avrebbe indirizzato i sospetti sul nonno dal quale la ragazzina s'era recata lo stesso pomeriggio in cui è morta.
La difesa intende battersi per l'assoluzione. La sentenza è attesa tra una decina di giorni.
ATS/dg