Il Ministero pubblico della Confederazione è decisamente seccato in relazione al mancato coinvolgimento della giustizia elvetica nelle perquisizioni in atto nelle filiali del Credit Suisse in Olanda, Gran Bretagna, Francia, Germania e Australia. La procura federale non era infatti stata informata sulle indagini e sulle operazioni di polizia.
“Ci sentiamo scavalcati e siamo sconcertati” è stato il duro commento rilasciato da André Marty, portavoce del ministero pubblico, ai microfoni della radio SRF. “Sono state violate le più semplici regole del gioco, quelle della collaborazione internazionale nella lotta al crimine e nella giustizia” ha aggiunto. L’istituzione giudiziaria svizzera ha rilasciato anche una nota per ribadire il concetto.
Nella serata di venerdì, le autorità olandesi hanno fatto sapere che non c'è stato nessun avviso non essendo coinvolti nell'inchiesta dei cittadini svizzeri. Le operazioni di polizia, coordinate dall’Olanda, sono scattate giovedì con sequestri di dipinti, lingotti d’oro, gioielleria, altri beni preziosi e due arresti. L’indagine internazionale su evasione fiscale e riciclaggio è stata avviata dopo che le autorità fiscali del paese sono entrate in possesso dei dati di 55'000 conti di Credit Suisse (vedi correlato).
L'Unità di cooperazione giudiziaria dell'Unione Europea (EUROJUST), ha dichiarato venerdì di essere intervenuta nelle indagini transfrontaliere sull'enorme evasione fiscale da svariati milioni di euro. L'agenzia europea ha sottolineato che le investigazioni sono iniziate nel 2016 e hanno coinvolto le autorità olandesi, britanniche, francesi, tedesche e australiane.
dielle/M. Ang
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