I recenti sviluppi del conflitto russo-ucraino hanno rilanciato il dibattito sull’accoglienza: i bombardamenti russi in Ucraina di settimana scorsa che hanno colpito una ventina di città in tutto il Paese e l’attuale controffensiva dell’esercito sembrano aver scatenato, a detta dell’ONU, nuovi ed importanti movimenti nella popolazione.
L’impatto sulla Svizzera e il Ticino dei rifugiati ucraini
Recentemente in Svizzera si è registrato un piccolo aumento nel numero di rifugiati dall’Ucraina, ma la situazione appare essere sotto controllo: si parla di circa 500-600 nuovi arrivi ogni settimana. È verosimile che, con l’avvicinarsi della stagione invernale e con l’evolversi del conflitto, nel prossimo periodo vi sarà un aumento repentino di ucraini richiedenti asilo.
Per quanto riguarda il Canton Ticino, che al momento ospita circa 3'000 rifugiati – un numero superiore rispetto a quanto previsto dalla chiave di riparto cantonale – non si prevede un aumento delle attribuzioni, perlomeno nell’immediato. La situazione potrebbe cambiare però anche per il Ticino. Nelle prossime settimane si preannunciano infatti nuovi arrivi, in particolare dettati dai ricongiungimenti familiari. Le persone che arrivano in Ticino dall’Ucraina sono principalmente famiglie con figli, e si tratta generalmente di nuclei comprendenti un numero di cinque o sei persone. Le autorità cantonali hanno assicurato di essere pronte per accogliere anche queste nuove persone.
Altri flussi migratori
Oltre alla crescita dei flussi migratori dettata dal conflitto ucraino, si sta registrando un aumento dei flussi migratori provenienti da altri paesi. Dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo, si registrano circa 600 persone in entrata in Svizzera, ogni settimana. Una presenza piuttosto importante e non sempre semplice da gestire. La Segreteria di Stato della migrazione ha deciso, all’inizio del mese di settembre scorso, di dimezzare il numero di ausiliari assunti per far fronte all’emergenza, per poi decidere di riposizionare anche parte del proprio personale.
Ci si aspettava un ulteriore flusso migratorio, ovvero quello costituito dei profughi russi, che hanno deciso di lasciare il proprio paese in seguito alla mobilitazione alle armi del presidente Vladimir Putin. Erano attesi arrivi anche su questo fronte, invece, per il momento non è stato registrato alcun richiedente d’asilo di nazionalità russa. Su questo punto, il Ticino si è dichiarato pronto ad aprire un centro d’accoglienza ad hoc per questa categoria di profughi, in modo da evitare il contatto con gli ucraini.