Le legge sulla protezione dei dati va adeguata all'era di internet, ma in due tappe. È il parere del Consiglio nazionale secondo cui, prima di affrontare il dossier, la normativa va resa eurocompatibile. Dopo essere entrato nel merito della revisione proposta dal Consiglio federale, la Camera del popolo ha adottato tacitamente una mozione per suddividere l'oggetto.
Priorità è stata data all'adeguamento, obbligatorio, alle direttive Schengen, che trattano prevalentemente gli aspetti penali e amministrativi. Ci sarà comunque un ritardo, il termine scade ad agosto, ma il rischio di provvedimenti europei è tuttavia ritenuto basso. Per tutto il resto, la parte che riguarda l'utilizzo dei dati da parte delle aziende, si preferisce aspettare benché prima o poi si rischierà di andare incontro ad un problema di equivalenza sul piano internazionale.
Aspettare, dunque: da una parte per osservare come il regolamento europeo viene digerito dai vari paesi (da notare che parecchie aziende svizzere si sono già adeguate ai nuovi standard), dall'altra per non eccedere di zelo e severità, spingendosi oltre il necessario. L'obiettivo della revisione è dicembre 2019. Fra le proposte sul tavolo, l'informazione ai clienti su utilizzo e destinazione dei dati personali concessi. Previste inoltre sanzioni fino a 250mila franchi e nuove competenze a Mister dati, che potrebbe aprire inchieste o adottare provvedimenti cautelari.
ATS/RG/AlesS