Erwin Sperisen è stato condannato in appello, venerdì, a 15 anni di carcere. La giustizia ginevrina lo ha riconosciuto colpevole di complicità nell'assassinio di sette detenuti quando era capo della polizia guatemalteca.
Secondo i giudici, l'imputato, che ha la doppia nazionalità, svizzera e del paese centro-americano, s'è macchiato d'un reato molto grave coprendo con tutta la sua autorità l'operazione criminale del commando che, nel 2006, irruppe in un penitenziario compiendo una strage. Non si può invece provare che abbia anche pianificato l'atto.
"Il vichingo" era al terzo processo, dopo che quello di secondo grado (ergastolo il verdetto) aveva dovuto essere ripetuto per decisione del Tribunale federale. Al termine non è stato arrestato, poiché le misure sostitutive concesse lo scorso autunno dopo cinque anni di detenzione preventiva sono state mantenute.
ATS/dg