Se ne contano almeno 95, ordinati in nove file regolari. Quasi tutti i carri armati – tranne 3 veicoli – protetti da teli che però non riescono a celarne la forma precisa e quindi il modello: sono i “Leopard 1” acquistati nel 2016 dalla RUAG. Mezzi vetusti di cui l’esercito italiano voleva disfarsi.
L’azienda di proprietà della Confederazione ne aveva comprati un centinaio. Giacciono inutilizzati da anni. Non sono stati né smontati – per riutilizzarne le componenti – né ricondizionati, per renderli operativi.
I teli impediscono di valutare se siano ferraglia arrugginita o tank idonei al combattimento. Si intravvedono comunque cingolati che in qualche caso appaiono in buono stato
Nessuno finora li aveva mostrati. RUAG aveva respinto la richiesta della RSI di mostrare immagini o video per verificare effettivamente le loro condizioni: per la stessa RUAG sono “pessime” e questi veicoli non risultano “adatti alla guerra”.
I teli impediscono comunque di valutare se siano ferraglia arrugginita o tank pronti per il combattimento. Si intravvedono cingolati che in qualche caso appaiono in buono stato. In altri, emergono segni del tempo e incrostazioni. Impossibile stabilire con certezza il grado di efficacia della strumentazione e degli armamenti. Le torrette con i cannoni spuntano dalle coperture di plastica: si scorgono già dall’ex-statale 351 che punta diritto verso la Slovenia. A pochi chilometri da qui c’era la Cortina di ferro. Davanti a noi adesso una distesa di carri armati che sembrano residui bellici congelati dai tempi della Guerra Fredda.
Il contratto firmato da RUAG obbligava la società svizzera a trasferirli entro la fine del 2017 presso l’azienda “Goriziane”. Da allora sono rimasti qui, a Villesse, in provincia di Gorizia. L’azienda italiana – in un video pubblicato sul suo sito – mostra di poter ricondizionare un carro armato di questo tipo in un mese e mezzo. E renderlo operativo. L’Ucraina adesso ha un enorme bisogno di questi Leopard, che ormai scarseggiano negli arsenali europei.
I Leopard in Italia
Telegiornale 23.08.2023, 20:00
Germania, Olanda e Danimarca, tra gli altri, li avrebbero acquistati dalla Svizzera per spedirli a Kiev. Era già stato firmato persino un contratto di cui la RSI è entrata in possesso: RUAG li avrebbe venduti alla Rheinmetall, salvo approvazione del governo di Berna. Che però non è mai arrivata. A fine giugno – in nome della difesa della neutralità - il Consiglio Federale aveva respinto la richiesta di riesportazione, considerandoli materiale bellico.
La ministra della difesa Viola Amherd vuole vederci chiaro. Ha annunciato un’inchiesta indipendente per tentare di far luce sull’acquisto dalle forze armate italiane. Ma anche sul tentato affare con i tedeschi pochi mesi fa. Da quasi sette anni i carri armati restano sotto questi teli verdi, accanto a un campo di granoturco.