Le infrazioni riguardanti le condizioni salariali sono rimaste stabili nel 2020, mentre sono venuti alla luce meno casi di lavoro nero: sono le conclusioni dell'annuale rapporto della Segreteria di Stato dell'economia. La pandemia di Covid-19, rileva la SECO, ha complicato soprattutto durante la prima ondata l'attività degli organi preposti al controllo delle misure accompagnatorie alla libera circolazione, che non hanno raggiunto, seppur di poco, gli obiettivi prefissati.
Le verifiche hanno riguardato 34'126 imprese e 132'922 persone (41'305 e 165'959 nel 2019), ovvero il 6% dei datori di lavoro, il 30% dei lavoratori distaccati e il 30% dei prestatori di servizi indipendenti. Per i distaccati, irregolarità sono state riscontrate dalle commissioni tripartite cantonali nel 21% dei casi nei rami dove vige un CCL e nel 13% dove invece un contratto collettivo non esiste. Quanto agli indipendenti, la "pseudoindipendenza" è stata contestata nell'8% dei casi.
Per ciò che riguarda il lavoro nero, il numero dei controlli è sceso del 15% circa: sono finite sotto la lente 10'345 aziende e 29'405 persone, prevelantemente nell'edilizia e rami accessori, nell'ingegneria civile, nel commercio, nella ristorazione e nel settore alberghiero. Sono emerse 10'716 situazioni sospette e sono stati raccolti 3'316 riscontri di misure o sanzioni da parte di altre autorità, come le casse di compensazione AVS, dati in calo rispettivamente del 15% e dell'1,2%. Sospetti che però, si sottolinea, da soli non bastano per trarre conclusioni definitive.
SECO, ancora molti abusi
Telegiornale 02.06.2021, 22:00
RG 12.30 del 02.06.2021 La corrispondenza di Mattia Serena
RSI Info 02.06.2021, 15:46
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