La statistica ufficiale elenca tra i pazienti Covid anche i ricoverati per altri problemi di salute, e risultati positivi durante il ricovero. Come mai le autorità non fanno questa distinzione nei dati pubblicati ogni giorno? In realtà le cause delle ospedalizzazioni sono note. L’ufficio federale della sanità pubblica ci scrive: "Il motivo dell'ospedalizzazione viene rilevato dall'aprile del 2020 con la notifica sui risultati clinici. Nella prassi la distinzione però può risultare difficile”.
E così nella statistica (il dato nazionale di venerdì: 1'788 ricoverati con Covid, di cui 291 in cure intense, con tassi di occupazione totali attorno all’80%) non si differenzia tra pazienti "per covid", e pazienti "con covid". L’UFSP spiega: "Con l'elevato numero di contagi è probabile che alcuni pazienti d'ospedale siano positivi, ma asintomatici. È quindi possibile che la cifra sul numero di ospedalizzazioni sia troppo elevata".
In Ticino e Grigioni pochi positivi ricoverati per altri problemi
Secondo quanto rivelato da Blick e Léman Bleu negli ospedali universitari di Ginevra e Zurigo circa la metà dei pazienti positivi non sono stati ricoverati principalmente per i sintomi del Covid: i problemi erano altri, la positività scoperta a margine o proprio durante la procedure d’ammissione. Ma non ovunque è così. In Ticino "ci sono vari casi" conferma il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, "ma la quota dovrebbe rispecchiare la diffusione del contagio nella popolazione, cioè circa l’1-2%".
Anche nell’ospedale cantonale dei Grigioni a Coira la percentuale è bassa, "meno del 10%", conferma alla RSI un portavoce. E va considerato che questa è la stagione degli incidenti sulle piste da sci, quindi col potenziale di scoprire per caso positivi tra i pazienti con una frattura.
Dato rilevante o marginale?
Non essere a esatta conoscenza del numero di pazienti "con Covid", ma non ricoverati per questo motivo, sembra comunque non disturbare le autorità sanitarie. "Per il sovraccarico ospedaliero non fa differenza il motivo del ricovero", continua l’UFSP, "un paziente positivo occupa comunque un letto Covid". Giorgio Merlani spiega: "Un'infermiera che entra in una stanza con due pazienti non-Covid entra ed esce applicando le misure abituali (mascherina e disinfezione mani). L'assistenza a un malato Covid è molto più complessa, il tempo speso molto maggiore".
Sta di fatto che a due anni dallo scoppio della pandemia la statistica resta vaga sui motivi dei ricoveri. E la capacità ospedaliera – in particolare delle cure intense - è il collo di bottiglia del sistema sanitario. È con queste cifre che le autorità giustificano l'introduzione o meno di misure restrittive nella società.