Il pericolo rappresentato dal deposito di munizioni di Mitholz, nell'Oberland bernese, parzialmente saltato in aria nel 1947 (vi furono nove morti, 7 feriti e circa 200 senzatetto), non sembra essere eccessivo: statisticamente il rischio è di una "piccola esplosione" ogni 300 anni, e di una "grossa" ogni 3'000 anni. È quanto risulta dall'analisi presentata lunedì sera agli abitanti della regione dal Dipartimento federale della difesa (DDPS) proprietario del bunker nel quale si trovano sempre una grande quantità di bombe aeree, mine, munizioni d'artiglieria e granate a mano della Seconda Guerra mondiale.
Gli effetti dell'esplosione del 1947
In origine i singoli tipi di munizione erano ripartiti in modo più o meno uguale nelle sei cavità. Vi si trovavano circa 7'000 tonnellate di materiale. Poi vi fu l'esplosione che sconvolse il complesso formato da sei caverne collegate da un cunicolo con binari. Una parte delle munizioni non andata distrutta fu sgomberata. Il resto è ancora lì. E si stima che ve ne siano ancora 3'500 tonnellate.
Dentro le caverne del deposito Mitholz
Lo scorso 28 giugno il consigliere federale Guy Parmelin, aveva indicato che quanto rimane del deposito presenta più rischi di quanto fino ad allora supposto sulla base di valutazioni eseguite nel 1949 e nel 1986.
RG 07.00 del 09.10.2018 La corrispondenza di Mattia Serena
RSI Info 09.10.2018, 09:28
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Allora gli esperti avevano concluso che un’ulteriore botto avrebbe provocato soltanto danni di lieve entità e che l’impianto poteva essere ulteriormente utilizzato. Secondo gli esperti attuali non risultano essere necessarie misure urgenti per la popolazione della zona situata nel comune di Kandergrund (pochi chilometri a valle Kandersteg). A medio e lungo termine il rischio residuo va tuttavia ridotto. Con quali provvedimenti è ancora da vedere.
Gli esperti ritengono che lì si trovino tuttora grosse quantità di munizioni di grosso calibro, nelle quali potrebbe prodursi una reazione di massa. E giudicano possibili due scenari: una piccola esplosione, causata da circa una tonnellata di esplosivo, e una grossa, in cui a deflagrare sarebbero circa 10 tonnellate. A causare le esplosioni potrebbero essere una caduta di sassi nel frastagliato interno della montagna, uno scuotimento causato da un terremoto o da lavori con esplosivi, una nuova formazione di azoturo di rame nelle spolette o un'autocombustione di granate incendiarie a base di fosforo bianco.
Per attuali depositi di munizioni con circa 10 tonnellate di esplosivo, l'esercito calcola una possibilità di incidente su 100'000 anni.