Nelle ultime ore Stati Uniti e Unione europea hanno inasprito ulteriormente le loro sanzioni contro la Russia e allo stesso tempo continua a far discutere la linea adottata dalla Svizzera. Berna ha deciso di non applicarle automaticamente tutte, ma di impedirne l'aggiramento attraverso la piazza elvetica. L'analisi di Gianluca Olgiati, corrispondente RSI da Zurigo
Come si traducono queste misure attualmente?
Allo stato attuale delle cose un oligarca russo, il cui patrimonio è bloccato dalle sanzioni europee o americane, dovrebbe ancora essere in grado di prelevare soldi dai propri conti in Svizzera. Questo perché? perché l'ordinanza con cui la Confederazione punta a impedire l'aggiramento delle sanzioni straniere non prevede al momento un blocco dei beni, ma soltanto il divieto per le banche di intrattenere nuove relazioni d'affari con 363 persone e 4 imprese russe
Questa la versione ufficiale, e nella pratica?
Nella pratica le banche svizzere devono fare attenzione, non possono infischiarsene completamente delle sanzioni europee e statunitensi. E qui entra in gioco la FINMA, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari, che dalle banche pretende non solo il rispetto delle sanzioni svizzere ma anche - e qui arriva il punto centrale - una gestione del rischio adeguata nel trattare le sanzioni straniere. In altre parole, le banche devono tener conto dei rischi reputazionali e giuridici che potrebbero sorgere all'estero. E c'è un precedente, come ricorda la NZZ, nel 2014 la FINMA era intervenuta nei confronti della filiale svizzera della francese BNP Paribas, accusata di aver aggirato le sanzioni americane contro il Sudan. Quindi, alle banche svizzere è chiesta prudenza anche nel caso dell'Ucraina, e d'altronde i grandi istituti globali UBS e Credit Suisse, hanno assicurato al Blick di rispettare le sanzioni europee e americane
I facoltosi clienti russi potrebbero però rivolgersi alle piccole banche private
Sì, è probabile, il discorso della FINMA vale però anche per queste, ma non è facile vederci chiaro. Si parla di circa 11 miliardi di dollari depositati da clienti russi nei forzieri svizzeri. Ci sono poi almeno due banche russe colpite dalle sanzioni americane che hanno filiali in Svizzera, la Sberbank a Zurigo, e la VTB Bank che ha sede a Zugo e Ginevra. E qui si capisce come queste banche finanzino soprattutto il commercio di materie prime. Commercio che avviene in dollari e che sarebbe quindi toccato dalle sanzioni americane, anche se su suolo svizzero.