Seguendo le raccomandazioni del Consiglio federale e del Parlamento, gli svizzeri, è proprio il caso di dirlo di misura, hanno accetto la modifica della legge federale sulla radiotelevisione. La proposta è stata approvata con il 50,08 di "sì", meno di 4'000 schede di differenza, prevede l'introduzione del canone per tutti, ma meno caro.
Il tema ha tagliato in due il Paese, con la formazione di un "Röstigraben" ben delineato sebbene non molto profondo. Il Ticino ha votato con gran parte della Svizzera tedesca per il no. Fino all'ultimo il risultato è stato in bilico, con le proiezioni che davano i due campi esattamente al 50%. Alla fine dello spoglio i sì sono stati 1'128'369, i no 1'124'673, numeri questi che vanno ancora presi con le pinze perché soggetti a verifica. La partecipazione si è attestata al 43,5%.
Contro la modifica di legge approvata dalle Camere federali è stato chiesto e promosso un referendum. Stando ai promotori un'estensione del pagamento del canone anche alle economie domestiche e alle imprese senza apparecchi di ricezione è ingiusto. Non solo, il minor somma del canone viene definita una "riduzione a breve termine" e parla di una "trappola" che porterebbe in breve tempo a nuovi aumenti. Criticato, soprattutto dagli oppositori, il fatto che anche le imprese e le economie domestiche senza apparecchi di ricezione debbano pagare.
L'Esecutivo ricorda
"Oggi le economie domestiche e le imprese che dispongono di apparecchi di ricezione televisivi o radiofonici pronti all’uso devono pagare un canone. Questo tributo serve a sostenere la SSR e le emittenti radiotelevisive locali. Tuttavia ormai i programmi possono essere seguiti anche sul cellulare, sul tablet o sul computer senza dover ricorrere agli apparecchi tradizionali. Il canone finora basato sul possesso di un apparecchio di ricezione va dunque sostituito con un canone generale".
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