Eric Scheidegger, responsabile della direzione di politica economica della Segreteria di Stato per l'Economia (SECO), ha dichiarato sabato in una conferenza stampa a Berna che la recessione in Svizzera sarà ancor più marcata, visto che se per il PIL la riduzione iniziale prevista dell’1,5% è stata raggiunta in poche settimane, ora si valutano situazioni con passivi ben più elevati.
La prima, definita "a V", prevede una caduta brutale del prodotto interno lordo nel primo semestre e una ripresa piuttosto rapida durante il secondo semestre 2020. In tal caso il PIL calerebbe del 7% e sarebbe un risultato già registrato nel 1974, all’epoca della prima crisi del petrolio. Il secondo scenario, definito "a L", prevede un recupero assai lento del PIL nel secondo semestre e nel 2021, con un calo annuo valutato nel 10%. Nel primo scenario il numero di senza lavoro aumenterebbe del 4%, nel secondo la progressione della disoccupazione toccherebbe il 7%.
E se il 19 marzo la SECO evidenziava un calo della produttività attorno al 10%, ora siamo a un -25%. In settori come la ristorazione la diminuzione del valore aggiunto attualmente raggiunge l'80%, ma anche rami come la vendita al dettaglio e i trasporti fanno registrare cali cospicui, del 50-60%
Sul piano sanitario Daniel Koch dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha sottolineato come il 10% circa dei 65-70enni si sia ammalato senza avere già malattie pregresse e questa circostanza vale pure per categorie di persone più giovani. La tendenza è comunque al ribasso e Koch ha salutato positivamente tale dato, sottolineando in ogni caso l’esigenza di rispettare le normative in atto e di restare nei pressi di casa anche con le belle giornate di sole.