I diplomi conseguiti nelle professioni sanitarie sono nettamente aumentati tra il 2010 e il 2014: del 30% in quelle di cura e di quasi il 50% in quelle medico-tecniche o terapeutiche. Eppure, il fabbisogno non è garantito.
Tali diplomi coprono appena il 60% dell'aumento del fabbisogno, ha sottolineato giovedì in una conferenza stampa a Berna il consigliere di Stato Thomas Heiniger, presidente della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS). È quanto emerge dal Rapporto nazionale sui bisogni e gli effettivi nelle professioni sanitarie non universitarie svolto su mandato del CDS e dell'Organizzazione mantello del mondo del lavoro per il settore sanitario (OdASanté).
La manodopera mancante viene oggi reclutata all'estero: per ogni tre persone attive nelle cure infermieristiche formate in Svizzera ve ne sono altre due con un diploma estero.
Secondo le previsioni dell'Osservatorio svizzero della salute (Obsan), nel settore della cura e dell'assistenza entro il 2030 saranno necessari 244'000 professionisti. L'incremento maggiore riguarderà le case di cura (+44%) e - con 19'000 dipendenti supplementari - le organizzazioni Spitex (+57%).
ats/joe.p.
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