Non si sono fatte attendere le reazioni alle dimissioni di Johann Schneider-Ammann dal Consiglio federale. La strategia politica del PLR per la sua successione verrà comunicata domani, mercoledì, ma l’annuncio odierno non ha colto di sorpresa la presidente del partito Petra Gössi, la quale ai nostri microfoni afferma: "È stato uno dei consiglieri federali di maggior successo. Strenuo sostenitore della formazione duale, ha ottenuto grandi risultati con gli accordi di libero scambio e ha fatto da apripista alla digitalizzazione. Tutti meriti suoi".
Petra Gössi, presidente del PLR, e il consigliere federale Johann Schneider-Ammann
La presidente del PLR, che tempo fa aveva praticamente escluso una sua possibile corsa per la successione, oggi alla stessa domanda preferisce non rispondere. Ma qual è il profilo ideale per il partito? "Per noi è sempre importante poter presentare persone competenti, con credenziali convincenti e con un chiaro orientamento liberale -ci risponde il capogruppo
Beat Walti –. Dovrà essere una persona integra, senza se e senza ma. È da qui che partirà la ricerca".
Il nome di Walti era inserito fra i papabili. È però lui stesso a chiudere le speculazioni, con un “das ist kein Thema” (è fuori questione, ndr.).
Sono in ogni caso le candidature femminili, quelle più attese e la presidente delle donne PLR, Doris Fiala, non ha dubbi: "Sì, le donne PLR sono dell'idea che occorra presentare un doppio ticket femminile. Non perché non vi siamo uomini competenti, ma perché a 30 anni dall'uscita di Elisabeth Kopp è ora giunto il momento di avere una donna PLR, anche e soprattutto perché nei nostri ranghi abbiamo donne altamente qualificate".
E le prime persone che vengono in mente a Fiala sono ancora loro: la consigliera agli Stati Karin Keller Sutter e Petra Gössi.
RG 12.30 del 25.09.2018: le reazioni del PLR nella corrispondenza di Gian Paolo Driussi
RSI Info 25.09.2018, 15:26
Contenuto audio
Gli altri partiti
Un liberale ai vertici del dipartimento per l'economia: è evidente che Johann Schneider-Ammann sia perlopiù finito nel mirino della sinistra e dei sindacati. Il presidente del Partito Socialista Christian Levrat trova comunque parole positive sul suo operato, sottolineando la sua difesa del sistema di formazione duale, con gli apprendistati, ad esempio, ma non soltanto.
“Da notare anche l'impegno per le università, quando la partecipazione al programma di ricerca Orizzonte 2020 e a quello di scambio Erasmus erano a rischio”, afferma Levrat. Ma è proprio nei rapporti con l'Unione Europea che Levrat muove la - ben nota - critica più grande: “Durante le trattative non ha difeso la protezione dei salari nelle misure d'accompagnamento alla libera circolazione”.
Sul fronte dell'UDC, invece raccogliamo lodi, anche sulla posizione di Schneider-Ammann nei confronti di Bruxelles. E questo potrebbe sorprendere, visto che da liberale ha sempre promosso un ampliamento delle relazioni bilaterali. Ma, come spiega l'UDC Roland Büchel: “Il suo modo di fare ha ostacolato l’accordo, e questo dal nostro punto di vista è cosa buona”.
All'interno della Svizzera invece Schneider-Ammann è stato responsabile del mercato del lavoro. Mercato da molti ritenuto debole soprattutto in Ticino. Per il consigliere nazionale Fabio Regazzi, del PPD, il consigliere federale bernese ha mostrato una buona conoscenza della realtà a sud delle Alpi, grazie alla sua vita precedente da imprenditore. “Conosce la realtà industriale del Ticino – dice Regazzi –, ma è chiaro che da consigliere federale non può fare gli interessi solo di una regione e a volte forse ha dato l’impressione di non aver mostrato grande sensibilità nei confronti del Ticino”.
Nel giorno delle dimissioni a Palazzo federale le critiche sono tuttavia smussate. Il presidente dell'Unione sindacale svizzera Paul Rechtsteiner, per esempio, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
RG 12.30 del 25.09.2018: le reazioni degli altri partiti nella corrispondenza di Alan Crameri
RSI Info 25.09.2018, 15:27
Contenuto audio
Il nostro corrispondente Fabio Storni 2
Telegiornale 25.09.2018, 22:00
Gian Paolo Driussi/Alan Crameri/ludoC