I cantoni ricchi (e la Confederazione) verseranno meno per la perequazione finanziaria nel quadriennio 2016-2019. Questo, perlomeno, nelle intenzioni del Consiglio nazionale, che con 101 voti contro 88 ha deciso oggi (martedì) di ridurre le rispettive fatture di 134 e 196 milioni di franchi annui. I deputati hanno accolto la proposta del Governo, che la maggioranza commissionale aveva fatto sua.
La consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf
Per l'Esecutivo, il fondo di armonizzazione costituito nel 2008 ha più che raggiunto gli obiettivi fra il 2012 e il 2015: anche il cantone più debole, Uri, ha non solo raggiunto ma persino superato la soglia minima di risorse, fissata all'85% della media nazionale. I "paganti" (Ginevra, Vaud, Zurigo, Zugo, Svitto, Sciaffusa, Nidvaldo, Basilea Campagna e Basilea Città) negli scorsi tre anni avevano così versato 279 milioni di troppo, mentre buona parte di quanti incassano era riuscita a mantenere una pressione fiscale inferiore alla media.
Marina Carobbio a nome della commissione
Di interesse per il Ticino, oggi, la decisione di dar seguito a un postulato in base al quale il reddito dei frontalieri dovrà essere considerato solo nella misura del 50% nel calcolo delle risorse di un cantone (attualmente è il 75%).
Chi paga e chi riceve
Nel confronto fra donatori e riceventi, inaspritosi negli ultimi mesi, in dicembre agli Stati l'aveva invece spuntata lo statu quo sostenuto dai secondi: 1,602 miliardi di contributi dei cantoni con maggiori risorse e 2,345 da parte di Berna. Una prima minoranza ha tentato di ottenere lo stesso risultato anche alla Camera bassa, nel timore di crescenti squilibri, mentre una seconda aveva proposto un compromesso (-59,3 milioni per i cantoni ricchi, -88,7 per la Confederazione). Entrambe non hanno avuto successo.
Sconfitta per i centri urbani
L'Esecutivo l'ha spuntata anche sul secondo pilastro della perequazione, la compensazione degli oneri socio-demografici e geo-topografici: la Confederazione verserà 364 milioni per ognuna, ripartendo così ancora la manna federale in parti uguali fra i centri urbani e le zone rurali, sebbene i costi sopportati dai primi rappresentino l'82% del totale. La maggioranza commissionale avrebbe voluto attribuire loro i 196 milioni risparmiati nel primo capitolo, ma dopo due scrutini è uscita sconfitta per un solo voto.
Stefano Pongan
RG delle 12.30 del 10/03/2015; la corrispondenza di Johnny Canonica