Le ultime mosse di politica estera del presidente americano Donald Trump sollevano preoccupazione e interrogativi anche in Svizzera con una domanda insistente: quanto sono ancora affidabili gli Stati Uniti come partner per la Svizzera? Ne va della sicurezza in Europa, ma ci sono anche aspetti molto pratici. A cominciare dagli aerei da combattimento: la Confederazione ha acquistato gli F-35 dagli Stati Uniti e attende che vengano forniti.
Il prezzo pattuito con il fornitore americano per i nuovi caccia dell’esercito, 36 velivoli che dovrebbero essere forniti a partire dal 2027, è di 6 miliardi di franchi. Dallo stesso paese arriva anche il sistema missilistico terra-aria Patriot.
La tesi di chi è contrario
La dipendenza della Svizzera in materia di sicurezza dagli Stati Uniti potrebbe rivelarsi un rischio, come espresso dal consigliere nazionale socialista Fabian Molina per il quale un aereo “i cui sistemi informatici potrebbero essere disattivati dagli Stati Uniti non può essere nell’interesse della Svizzera. L’F35 è il modello sbagliato, dice, ci vuole una cooperazione con l’Europa anche in materia di difesa dello spazio aereo.”
Le ragioni di chi chiede prudenza nelle valutazioni
Fabio Regazzi del Centro, che siede nella commissione di politica di sicurezza del Consiglio degli Stati, ha ribadito ai microfoni di SEIDISERA che “gli F-35 non li abbiamo acquistati dagli Stati Uniti, ma li abbiamo acquistati da un’azienda privata che opera negli Stati Uniti”. Il consigliere agli Stati UDC Werner Holzmann intende sottoporre la questione a chi la settimana prossima sarà eletto in Consiglio federale come nuovo capo Dipartimento della Difesa. A preoccuparlo, in particolare, il rischio che il prezzo fisso pattuito possa aumentare. Timori non condivisi dal suo collega di partito, il consigliere nazionale Mauro Tuena, secondo cui non vi sono segnali che l’affidabilità degli Stati Uniti nei confronti della Svizzera possa cambiare. Diverse anche le sfumature sul tema della cooperazione con l’Europa sulla difesa comune, tra contrari e possibilisti dal momento che - spiega il socialista Molina - “il Patto Atlantico è rimesso in discussione, la protezione americana è venuta a mancare”.
Dunque l’America si defila, l’Europa si arma e circa il futuro ruolo della Svizzera molti in parlamento attendono risposte dal Consiglio federale.

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