Svizzera

"Servivano misure più incisive"

Gli infermieri svizzeri delusi dalle limitazioni decise dal Consiglio federale, chiedevano provvedimenti per ridurre i contagi a un livello gestibile per il sistema sanitario

  • 12 dicembre 2020, 14:43
  • 22 novembre, 17:59
Un'infermiera al capezzale di un malato di Covid-19

Un'infermiera al capezzale di un malato di Covid-19

  • Archivio Keystone
Di: Diem/RG 

Le nuove limitazioni decise dal Consiglio federale hanno suscitato le critiche di chi le ritiene troppo penalizzanti (come i ristoratori), ma anche di chi avrebbe voluto provvedimenti più incisivi. Tra questi anche gli infermieri che, data la situazione alla quale sono confronti da mesi, temono di non riuscire più a garantire le cure ai pazienti degli ospedali, ai residenti nelle case per anziani e a chi fa capo alle cure a domicilio.

Venerdì la commissione etica dell’associazione nazionale (ASI) aveva lanciato un monito alla Confederazione e ai cantoni chiedendo l’adozione urgente di misure "uniformi, semplici e chiare a livello nazionale per ridurre il più rapidamente possibile le nuove infezioni a un livello gestibile per il sistema sanitario".

Una richiesta che il Consiglio federale ha accolto, ma solo in parte, come rileva (a titolo personale) la responsabile dello sviluppo delle cure infermieristiche Roswitha Koch, che non può dirsi soddisfatta. "Il mio disappunto si basa sul fatto che in molti cantoni della Svizzera tedesca il numero dei casi aumenta perciò servirebbero provvedimenti ben più incisivi", ha spiegato alla RSI la dirigente dell’ASI, sottolineando che, data la situazione, molti colleghi devono recarsi al lavoro pur essendo contagiati. "Così facendo non solo mettono a rischio la salute dei pazienti, ma devono affrontare turni talvolta estenuanti e lunghi al punto che gli stessi operatori sanitari non riescono a rimettersi", afferma. Purtroppo neppure restare a casa è una soluzione per infermiere e infermieri. "In questi casi tocca al resto del personale sanitario assumersi compiti ed oneri degli assenti" spiega Roswitha Koch che si dice preoccupata per la tenuta del sistema.

"Se continua così, ci sarà sempre più personale sanitario ammalato e questo comprometterà le cure dei pazienti e dei degenti nelle case di cura e per anziani che non otterranno ciò che necessitano. Inoltre il perdurare della pandemia, ma soprattutto l'aumento del numero dei casi e delle persone che necessitano delle cure si fa decisamente sentire sugli infermieri che sempre più spesso manifestano sintomi di esaurimento fisico e mentale, burnout e incapacità di proseguire nella professione".

Data l’evoluzione della situazione e il numero costantemente elevato dei contagi da settimane, per i rappresentanti degli infermieri urgono misure che possano ridurre la pressione sul sistema. Altrimenti, temono, si concretizzerà lo scenario peggiore: che non si riescano più a fornire le cure a chi ne ha bisogno. Per ora è ancora un timore, ma per questo, oltre al riconoscimento che il personale sanitario è allo stremo giunto da Alain Berset, si aspettavano decisioni in grado di modificare la rotta che la Svizzera sta seguendo nel corso della seconda ondata.

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