La caduta del regime di Assad in Siria rappresenta una chance o un pericolo? E qual è l’impatto di questo cambiamento in una logica più regionale, quindi dall’Iran fino al Nord Africa? Sono questi i principali punti su cui si interroga la diplomazia svizzera dopo il repentino crollo del regime, come afferma ai microfoni di SEIDISERA il consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). E sottolinea: “In questo momento è urgente dare aiuto umanitario e cercare di vedere se ci sono degli spiragli per una soluzione diplomatica, quindi per portare in Siria la diplomazia della pace”.
Siria, il commento di Ignazio Cassis
Telegiornale 09.12.2024, 20:00
Ulteriore sostegno dalla Confederazione
E proprio perché ora l’urgenza riguarda l’aiuto umanitario, allo stato attuale non si pensa all’apertura di una rappresentanza diplomatica svizzera a Damasco: “A Damasco - spiega Cassis - abbiamo un ufficio umanitario con un collaboratore e cinque dipendenti che vanno e vengono: stanno bene e stanno facendo il loro lavoro”. Lunedì la Confederazione ha deciso di fornire ulteriore sostegno, con un milione di franchi per l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) e un milione per la Mezzaluna Rossa Siriana. “La questione dell’ambasciata verrà semmai affrontata quando osserveremo una stabilità, qualcosa che ci possa far sperare un’uscita dal tunnel”.
Procedure d’asilo sospese
Lunedì la Confederazione si è allineata ad altri paesi in materia d’asilo: la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha infatti deciso di sospendere fino a nuovo avviso le procedure e le decisioni per i richiedenti l’asilo siriani. Nella situazione attuale - ha spiegato la SEM - le autorità non sono in grado “di valutare se vi siano motivi di asilo e se sia ragionevole eseguire un ordine di allontanamento”.
Incertezza in Siria, al-Assad a Mosca
Telegiornale 09.12.2024, 12:30