Sarà risarcito anche il marito di una cittadina siriana che abortì dopo essere stata fermata al confine a Briga e rinviata in Italia il 4 luglio del 2014. Lo ha stabilito il Tribunale federale, che ha accolto parzialmente il ricorso della famiglia.
I doganieri rifiutarono l’assistenza medica alla donna, che era incinta di 27 settimane e soffriva di dolori, malgrado le ripetute richieste. Al suo arrivo a Domodossola, lei ebbe un aborto spontaneo in ospedale.
Nel 2021, il Dipartimento federale delle finanze aveva respinto la richiesta di risarcimento della famiglia, oggi residente in Germania, per danni morali e materiali. Il Tribunale amministrativo federale aveva poi accolto un ricorso della famiglia e concesso alla donna una riparazione di 12’000 franchi per torto morale. I giudici di Mon Repos riconoscono con una sentenza di venerdì che anche l’uomo fu direttamente interessato dagli eventi, per l’assistenza che prestò alla consorte: gli dovranno essere versati 1’000 franchi.
La guardia di confine che ha condotto l’intervento è stata condannata nel 2018 per lesioni personali.
RG delle 18.30 del 07.12.17; il servizio di Gian Paolo Driussi
RSI Info 07.12.2017, 19:13
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