La Strategia energetica 2050 della Confederazione prevede di moltiplicare di 13 volte la produzione annuale di energia solare rispetto ad oggi. Un obiettivo teoricamente raggiungibile ricoprendo in modo sistematico i tetti degli edifici con pannelli fotovoltaici, cosa però non sempre possibile per motivi tecnici, architettonici o per mancanza di volontà da parte dei proprietari. Si cercano dunque anche altre possibilità, per esempio come proposto nel 2020 in un postulato del consigliere nazionale Bruno Storni, di utilizzare le superfici dei ripari fonici lungo le autostrade o le aree di servizio. Un'idea che ora si sta concretizzando.
Come anticipato dalla Tages Anzeiger, 35 aziende si sono fatte avanti per aggiudicarsi i primi ripari fonici e le prime aree di servizio messe a concorso dell'Ufficio federale delle strade per la posa di pannelli.
“È una fonte in più che è disponibile su sedimi della Confederazione, quindi è giusto che anche la Confederazione faccia la sua parte mettendoli a disposizione” dice alla RSI il deputato socialista Bruno Storni, al quale facciamo però notare che il potenziale totale di 50 gigawatt/ora è sì sufficiente per oltre 10’000 economie domestiche, ma è una piccolissima parte, meno dello 0,1% di quanto si vorrebbe produrre con il solare.
“È pochissimo, ma la transizione energetica passa da tante piccole produzioni decentralizzate e le pareti antifoniche si adattano molto bene per il fotovoltaico”.
In altri paesi i pannelli solari lungo le autostrade sono già realtà, mentre in Svizzera ci si è fermati ai progetti pilota. Qualcosa ora sembra però come scritto muoversi e tra i motivi c’è anche la guerra in Ucraina, che ha spinto verso l'alto i prezzi dell'elettricità, rendendo più attrattivi gli investimenti nel fotovoltaico.