Svizzera

Sull’Eurosong si potrebbe andare alle urne

UDC, UDF e Bund der Steuerzahler contro i crediti già votati in alcune città interessate a ospitare la prossima edizione dell’evento, vinto quest’anno da Nemo

  • 9 luglio, 12:12
  • 10 luglio, 08:48
01:37

RG 12.30 del 09.07.2024 - Il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI Info 09.07.2024, 12:44

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Di: ATS/pon 

La strada si fa in salita per l’organizzazione della prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, il concorso canoro europeo vinto quest’anno da Nemo a Malmö. Il successo dell’artista ha dato il diritto alla Svizzera di ospitare le tre serate (semifinali e finale) nel 2025 e la SSR intende decidere entro agosto in quale città. In lizza ci sono Zurigo, Basilea, Ginevra e la candidatura comune di Berna e Bienne, ma l’UDC non ci sta: il presidente del partito Marcel Dettling, in dichiarazioni riportate martedì dal Tages-Anzeiger e da altri giornali, si dice favorevole a un referendum contro i crediti già votati dai rispettivi legislativi. “È giusto che su questo spreco di denaro siano i cittadini a decidere e non solo la classe politica”, afferma, aggiungendo che “sarebbe meglio donare il denaro a coloro che sono stati gravemente colpiti dalla intemperie invece di buttarlo per un imbarazzante evento arcobaleno”.

I democentristi di Berna hanno già annunciato che contesteranno l’investimento cantonale da 30 milioni di franchi già approvato dal Parlamento. La raccolta di firme, indipendentemente dall’esito, significherebbe la fine della corsa per la capitale: una votazione non sarebbe possibile prima del prossimo anno, ma come detto la Società svizzera di radiotelevisione ha tempi molto più stretti per decidere a quale località affidare l’organizzazione.

A Zurigo - dove il credito di 20 milioni è stato votato a livello comunale - la sezione UDC si è detta contraria al referendum. Ci stanno pensando però i giovani democentristi, che non hanno ancora formalmente deciso e cercano alleati per raccogliere 2’000 sottoscrizioni in 60 giorni. Uno potrebbe essere il Bund der Steuerzahler (federazione dei contribuenti), che in un comunicato diffuso oggi ha fatto sapere che si batterà contro l’evento, giudicando incomprensibile l’uso di denaro pubblico per una manifestazione privata.

Anche la candidatura zurighese sarebbe in tal caso in pericolo: non si andrebbe alle urne prima di novembre. Al Tages-Anzeiger il portavoce della SSR, Edi Estermann, spiega “il rischio di referendum sarà uno dei fattori presi in considerazione nella valutazione” che porterà alla scelta della città ospitante, ma che altri aspetti dovranno essere soppesati.

Anche l’Unione democratica federale (1,2% dei voti e 2 deputati eletti alle ultime elezioni federali) si dice favorevole a un voto popolare e combatterà tutti i crediti pubblici. Non è giusto, sostiene, che i contribuenti debbano pagare gran parte del costo della manifestazione, stimato in circa 40 milioni.

Radiogiornale 12.30

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