Svizzera

Svizzera, il sovraffollamento delle carceri persiste

Il reportage dalla prigione ginevrina di Champ-Dollon fino al Ticino: il problema è reale e non si presta a soluzioni facili

  • 26 maggio 2023, 05:55
  • 20 novembre, 11:13
Champ-Dollon

La prigione di Champ-Dollon nel canton Ginevra

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Red.MM 

In Svizzera alcune carceri sono sovraffollate. Un problema che tocca in particolare Ginevra, da sempre al centro dell'attenzione per alcuni problemi strutturali. Tuttavia, la pianificazione e la strategia recentemente approvate dal Parlamento cantonale pongono le basi per risolvere i problemi che affliggono da vent'anni gli istituti di pena ginevrini, primo fra tutti il sovraffollamento.

L'esempio più eclatante è costituito dal famigerato carcere di Champ-Dollon che, con 523 detenuti, vanta un'occupazione del 130%. Eppure in passato c'è stato anche di peggio. "Abbiamo una prigione degli anni '70 che è stata costruita per la preventiva", racconta Mauro Poggia consigliere di Stato, "e non avendo abbastanza posti per le persone che sono state condannate, abbiamo dovuto utilizzare gli strumenti che avevamo a disposizione".

Oggi la situazione non è cambiata e "c'è un ritardo di vent'anni che dobbiamo assolutamente recuperare".

Sovraffollamento significa malessere per detenuti e agenti di custodia e l'impossibilità di svolgere veri programmi di reinserimento. Le critiche da Berna e dalla Corte europea dei diritti umani sono state numerose, come sono stati numerosi gli avvicendamenti alla direzione di Champ-Dollon.

Hakim Mokhtar, attuale direttore del penitenziario, è appena entrato in carica e porta avanti una riforma più soft di quella che è costata il posto a un suo predecessore.

La sua direzione cerca infatti "di evitare che le persone rimangano troppo tempo chiuse in cella, un fattore che aggrava la situazione. E per i difetti dello stabile ormai datato, si tratta di capire che tipo di modifiche l'edificio può reggere", racconta ai microfoni della RSI.

Per Champ-Dollon il destino è comunque segnato: sarà demolizione, ma solo quando sarà pronto un carcere sostitutivo, rispettoso delle esigenze moderne in materia di reinserimento. Per la sua costruzione occorrerà che il Parlamento, contrariamente a quanto successo tre anni fa, voti i crediti. L'orizzonte sarà il 2030.

"Penso che il Parlamento abbia capito che non si può, da una parte, dire che le condizioni che abbiamo adesso non sono più accettabili, e dall'altra, non dare i mezzi allo Stato di accogliere degnamente le persone condannate", dichiara Poggia. "Dunque, penso che adesso i crediti saranno votati. Dobbiamo depositare il più rapidamente possibile i progetti concreti e io sono sicuro che le cose andranno avanti", conclude fiducioso il consigliere di Stato.

Il problema tocca anche il Ticino: l'intervista al direttore delle strutture carcerarie cantonali

Il sovraffollamento delle carceri non è un problema che risparmia il Ticino, dove proprio in questi giorni si sta sfiorando il tutto esaurito, come emerge dalle parole del direttore delle strutture carcerarie cantonali, Stefano Laffranchini.

"La situazione attuale si inserisce in un contesto storico di massima occupazione che non abbiano mai raggiunto da almeno dieci anni a questa parte. Questo per via di numerose inchieste condotte dal ministero pubblico, che prevedono la presenza di vari coimputati. È una situazione eccezionale, che ci sta portando a un limite sia logistico che organizzativo. Tant'è vero che ieri c'erano ancora soli due posti disponibili e abbiamo dovuto adottare delle misure straordinarie per incrementare la capienza in caso di necessità".

Nella pratica, come si aumenta la capienza di un carcere? Che misure si adottano?

"Da una parte siamo riusciti a ricavare degli spazi dal carcere penale e adibirlo a estensione del carcere giudiziario. Questo è stato possibile perché erano celle isolate dal resto della popolazione carceraria. Questo è importante, perché in un carcere giudiziario occorre prevenire il pericolo di collusione e quindi impedire che i prevenuti possano parlare con altri e in questo modo inficiare il decorso delle indagini anche tramite terze persone. Secondariamente, dobbiamo occupare spazi riservati, per esempio, alle donne o ai minori di sesso maschile".

Quella attuale è una situazione eccezionale, temporanea o servono misure per affrontare questo tipo di emergenza nel lungo termine?

"È una situazione che oserei definire contingente, in quanto si inserisce in una serie di inchieste che presuppongono e prevedono un determinato numero di persone coimputate. In questo senso un determinato numero di persone che arriva presso di noi. Nel caso in cui in futuro dovesse ripresentarsi una situazione del genere, stiamo comunque già elaborando soluzioni per potere varare misure d'urgenza pianificate in anticipo".

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SEIDISERA del 25.05.2023: Carceri sovraffollate in Svizzera

SEIDISERA 25.05.2023, 23:02

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