I politecnici federali sono preoccupati per i risparmi ipotizzati dalla Confederazione. Un taglio previsto del 2% che a loro dire mette in pericolo la qualità di insegnamento e della ricerca. Per questo fanno ora pressione sul Parlamento perché inverta la rotta. Ma davvero questo risparmio relativamente contenuto mette a repentaglio il “motore” dei politecnici?
Il taglio è di 70 milioni di franchi sul bilancio totale di 2,7 miliardi per le due scuole di Zurigo e Losanna e i quattro istituti di ricerca pure annessi al settore ovvero WSL, EMPA, EAWAG e Paul Scherrer. Non sembra un colpo drastico, ma per Gian-Andri Casutt, del Consiglio dei Politecnici, non è solo una questione di proporzioni. Da una parte aumenta la popolazione e quindi gli studenti, dall'altra c'è la società che cambia nella sua struttura e ha sempre più bisogno di innovazione. “La tecnologia è diventata molto importante, non siamo più un paese di banche, adesso siamo un Paese tecnologico”. E l'economia approfitta dei politecnici, aggiunge Casutt. Ad esempio grazie alle dozzine di aziende spin off, cioè nate in ambito accademico.
Insomma, sarebbe il segnale sbagliato, ma al contempo non viene preso in considerazione un aumento delle tasse semestrali per gli studenti: “Non vogliamo gli studenti ricchi, vogliamo i più intelligenti e per questo è importante che restiamo aperti, perché vogliamo mantenere questa alta qualità, è importante per l'economia, per l'innovazione e per la Svizzera” sottolinea Casutt.
C’è poi un terzo e ultimo fattore elencato da Gian-Andri Casutt: i Politecnici hanno già altri problemi legati all'esclusione dai finanziamenti europei sui programmi di ricerca, per via dello stallo nei rapporti bilaterali tra Svizzera e Unione Europea. “Questo risparmio è un altro colpo perché va a sommarsi a questi problemi a livello internazionale, con l’esclusione da Horizon Europe”.
I Politecnici chiedono quindi al Parlamento di non accettare il risparmio proposto dal governo, che sta applicando tagli in vari settori per limitare l'indebitamento futuro dovuto a diversi fattori, compreso l'aumento della spesa militare. Al contrario delle università, finanziate prevalentemente dai cantoni, i politecnici dipendono in gran parte dai soldi della Confederazione.