In questi giorni a Zurigo diverse associazioni stanno partecipando al “Young Humanitarian Summit”; ci si interroga anche su come continuare il lavoro in questo periodo di tagli ai finanziamenti alle ONG applicati dal Governo USA di Donald Trump, tagli che creano particolari preoccupazioni alle organizzazioni umanitarie di tutto il mondo.
Andrea Isenegger, coordinatrice dei progetti di Medici senza frontiere, è stata in missione fino a poche settimane fa e ha dichiarato alle telecamere del Telegiornale della RSI che il lavoro è diventato più difficile. “Soprattutto le nostre organizzazioni partner, attive in particolare nella lotta a HIV e tubercolosi, si ritrovano a dover cancellare interi progetti o parte di essi”, spiega, sottolineando che “questo ci preoccupa molto”.
Il Governo statunitense ha bloccato momentaneamente l’Agenzia di sviluppo USAID, che elargiva la più grande somma di aiuti umanitari a livello planetario. Lo stop è ritenuto incostituzionale da un giudice federale ma i tagli persistono e stanno avendo un forte impatto negativo, come dichiarato dalla responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione svizzera (DSC), Patricia Danzi. “Le guerre non si sono fermate, anzi, i bisogni sono aumentati rispetto a due o tre anni fa”, dice Patricia Danzi. “Quello che si può e deve fare è fissare priorità, prendendo decisioni molto difficili”. Le organizzazioni umanitarie devono infatti “decidere se possono distribuire aiuti in determinate zone del Paese”, continua la direttrice del DSC, sottolineando che bisogna anche capire “dove possono salvare il maggior numero di persone con il denaro che hanno a disposizione”.
Gli young humanitarians vogliono parlare di soluzioni, anche in questo periodo difficile: “C’è una sorta di impotenza tra i giovani alla quale vogliamo reagire e questo ci rafforza”, afferma Kay von Mérey, presidente di Circle of young humanitarians. “Pensiamo che iniziative come il Young Humanitarian Summit (ndr), con questo dialogo umanitario, ora sono più necessarie che mai”, conclude Kay von Mérey.
Ora più che mai c’è bisogno di creatività per continuare a sostenere chi ha bisogno di aiuto e l’iniziativa promossa dal Comitato internazionale della Croce Rossa al summit di Zurigo ne è un esempio. Si tratta di un visore per la realtà virtuale, con cui ci si può teletrasportare nelle zone di guerra, provando, in piccola parte, ciò che vivono le persone in quei luoghi. Il summit, iniziato venerdì 21 marzo, terminerà domenica 23.