Diventa sempre più probabile l'introduzione di tassi d'interesse negativi sui depositi bancari. Sempre meno banche svizzere, infatti, escludono l'ipotesi di applicarli ai propri clienti. Solo il 21% degli istituti intervistati dalla società di consulenza EY, infatti, si dice contrario a questa eventualità.
Cinque anni fa la percentuale era del 70%. La misura, perlomeno per un lungo periodo di tempo, non dovrebbe riguardare i piccoli clienti, con depositi inferiori ai 100'000 franchi, ha indicato Patrick Schwaller, esperto di EY.
Sempre più banche (il 55% contro il 33% di un anno fa) intendono tuttavia abbassare la soglia di esenzione. Le ipoteche con tassi d'interesse negativi rimarranno invece un "pio desiderio": una netta maggioranza (83%) non le considera infatti realistiche.
Contrariamente alle aspettative di molti istituti bancari, l'ipotesi di una "normalizzazione" della politica monetaria si è allontanata di nuovo nello scorso anno. Di conseguenza, le banche dovranno fronteggiare a lungo tassi d'interesse negativi e curve di rendimento piatte, ciò riduce ulteriormente i margini.
Il sondaggio di EY indica che un terzo delle banche (33%) si aspetta risultati in calo nei prossimi dodici mesi. Per le banche cantonali e regionali, orientate al mercato interno, le percentuali si attestano rispettivamente al 44% e al 50%. Più ottimistiche invece le banche private e quelle estere.
Il barometro EY si basa su un sondaggio condotto tra 100 membri dei consigli di direzione delle banche svizzere. Si tratta di istituti privati, esteri, regionali e cantonali. Sono state consultate anche UBS e Credit Suisse.