Il rischio che l’influenza aviaria raggiunga la Svizzera è elevato. Lo ha comunicato oggi, venerdì, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (USAV), che raccomanda agli allevatori, soprattutto di galline e tacchini, di adottare una serie di misure di prevenzione e di prestare particolare attenzione alle misure igieniche e di biosicurezza delle proprie aziende.
Dall'inizio dell'anno, casi di questa malattia sono stati riscontrati in alcuni allevamenti avicoli in diversi paesi dell’Europa orientale, come Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Ucraina e Repubblica ceca. Pure in Germania è stato rilevato un caso, si tratta di un uccello selvatico.
Il rischio di diffusione del virus è strettamente legato agli intensi rapporti commerciali tra la Confederazione e i Paesi europei, che hanno già adottato provvedimenti in materia, ma pure al comportamento degli uccelli selvatici. Le autorità federali hanno spiegato che se ci dovesse essere un’altra ondata di freddo, molti volatili potrebbero raggiungere i laghi svizzeri e il rischio di propagazione della malattia aumenterebbe.
L’USAV ricorda che il rilevamento precoce di casi è fondamentale per limitare i contagi, e invita sia gli allevatori che i cittadini a segnalare immediatamente volatili selvatici trovati morti o malati.
Dallo scorso dicembre, sono stati effettuati test su sei uccelli acquatici trovati senza vita sulle rive del lago Lemano, del lago di Bienne e del Wohlensee, tutti risultati negativi.
Durante l’ultima epidemia aviaria, avvenuta a cavallo tra il 2016 e il 2017, in Svizzera erano stati confermati in totale 121 casi, nessuno in allevamenti.