Svizzera

Tratta di esseri umani: “È solo la punta dell’iceberg”

Le vittime identificate nel 2023 sono 197 - Si tratta di un fenomeno più diffuso di quanto si potrebbe pensare e, secondo un’esperta, serve “un coordinamento nazionale urgente”

  • 18 settembre, 19:11

Sfruttamenti e violenze in Svizzera

SEIDISERA 18.09.2024, 18:39

  • SRF
Di: SEIDISERA/RSI Info

“Per ogni vittima identificata, ce ne sono molte altre che restano invisibili”, afferma Lelia Hunziker, direttrice del FIZ di Zurigo, piattaforma che si occupa di contrastare la tratta di esseri umani. A mettere in luce questo tragico fenomeno è il recente caso di Andelfingen (ZH), in cui due donne, una brasiliana e una filippina, sono state rinchiuse e incatenate in una gabbia per quasi 14 ore al giorno da un uomo svizzero di 46 anni, che le aveva sedotte con false promesse di formazione professionale e permessi di soggiorno. “Tipico di queste vicende”, spiega Hunziker, è proprio questo “enorme squilibrio di potere tra le vittime e coloro che le sfruttano come merce”.

Secondo il FIZ, nel 2023 sono state identificate 197 vittime di tratta di esseri umani in Svizzera, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. La maggior parte di loro proviene da ben 55 Paesi diversi, e spesso subisce minacce, isolamento e violenza. “Le cifre sono allarmanti, ma è solo la punta dell’iceberg”, sottolinea Hunziker. È molto difficile infatti che questi casi vengano a galla.

Hunziker spiega che il crescente numero di segnalazioni è da ricondurre all’impegno di alcuni cantoni come Zurigo, Vaud e Ginevra, dove autorità e ispettori del lavoro sono più attenti al fenomeno. “È essenziale che ci sia una sensibilizzazione continua tra le forze dell’ordine e le istituzioni”, afferma. In altre regioni, come la Svizzera centrale e il Ticino, invece, mancano le risorse per combattere efficacemente la tratta di esseri umani. Secondo l’esperta, c’è ancora troppo disinteresse in alcune parti del Paese e “la Confederazione deve assumere un ruolo attivo”. Serve poi un “coordinamento nazionale urgente” per affrontare in modo uniforme un problema che tocca tanto le aree urbane quanto quelle rurali.

Un fenomeno che non riguarda solo la prostituzione

Nonostante il tema della tratta sia spesso associato alla prostituzione, anche il lavoro forzato in ristoranti e altri settori è un problema crescente. Molti lavoratori, uomini e donne, sono sfruttati con orari disumani e salari minimi o inesistenti. “Molti cuochi o lavoratori domestici sono costretti a condizioni inaccettabili”, spiega Hunziker, “e la paura li spinge a non denunciare”.

Per rendere efficace la lotta contro la tratta degli esseri umani, bisognerebbe inoltre garantire una maggiore protezione alle vittime, che spesso temono di essere espulse o di subire ritorsioni. “Abbiamo bisogno di leggi più chiare e di un supporto concreto per chi trova il coraggio di denunciare,” afferma la direttrice del FIZ, facendo riferimento all’articolo 182 del Codice penale, che regola la tratta di esseri umani.

Il cammino verso una la giustizia e una maggiore protezione per le vittime di tratta in Svizzera sembra ancora lungo, ma casi come quello di Andelfingen (ZH) dimostrano quanto sia urgente affrontare il problema su scala nazionale, come richiesto dalla Convenzione del Consiglio d’Europa, già sottoscritta dalla Svizzera.

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