Il clima politico teso in Turchia, dove è stato confermato sabato l’arresto di nove collaboratori del quotidiano d’opposizione Cumhuriyet e di altrettanti esponenti del Partito democratico dei popoli (HDP), un movimento filocurdo, preoccupa l’Europa, ma non solo. Una delegazione della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati ha fatto ritorno ieri, venerdì, dal paese e anche i parlamentari elvetici hanno espresso la propria inquietudine su quanto sta accadendo.
"Non è accettabile che vengano represse tutte le voci di dissenso civile, le minoranze o le opposizioni politiche", ha dichiarato ai microfoni della RSI il capogruppo del PPD alle Camere federali Filippo Lombardi, che faceva parte del gruppo che si è recato sul posto per osservare la situazione.
L’intenzione di Erdogan di creare una "Repubblica presidenziale che lui condurrebbe e che allontanerebbe dall’Europa per riportarla nel girone mediorientale e islamico sunnita è molto preoccupante", prosegue il consigliere agli Stati ticinese.
Il ruolo della Svizzera, in questo caso, è quello di cercare di promuovere un discorso democratico, che trasmetta valori che permettano di "evitare questa deriva isolazionista e presidenzial-autoritaria", ha aggiunto Lombardi.
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