Lo stabile Géopolis dell’Università di Losanna (UNIL) deve essere liberato. Ma gli studenti non ci stanno e decidono di proseguire l’occupazione pro-palestinese, in corso da giovedì.
Lunedì sera la direzione dell’ateneo aveva infatti chiesto di sgomberare lo stabile, respingendo inoltre la richiesta degli attivisti di boicottare le istituzioni accademiche israeliane. L’UNIL “non può più permettere al collettivo di occupare giorno e notte l’edificio”, si leggeva in una nota. Ma non si trattava di porre completamente fine alle proteste: l’ateneo si diceva infatti disposto a fornire “uno spazio” in cui la mobilitazione potesse continuare, a condizione che il collettivo restasse composto esclusivamente da membri dell’UNIL.
L'intervista a una studentessa di Losanna
SEIDISERA 06.05.2024, 18:14
Per quanto riguarda la richiesta di boicottare le istituzioni accademiche israeliane, la direzione universitaria sottolineava che le collaborazioni attuali saranno mantenute e non saranno estese. E che queste non sono in contrasto con la missione dell’ateneo, cioè “la trasmissione della conoscenza basata su metodi critici e rigorosi, il confronto delle idee, la riflessione etica e il rispetto della deontologia scientifica”.
L'occupazione giorno... e notte
L’occupazione continua
Gli studenti tuttavia non ci stanno. In serata il collettivo ha rifiutato di rispettare la scadenza fissata dal rettorato. Le parti non sono riuscite a trovare un’intesa: la direzione voleva tenere i colloqui in comitato ristretto presso la sede dell’UNIL, mentre gli studenti volevano negoziare al Géopolis, dove in centinaia si sono riuniti.
Sentendosi “tradito” dalla direzione, il collettivo ha dichiarato che l’occupazione continuerà fino a quando il rettorato non si presenterà in loco per le trattative e non fornirà “risposte concrete” alle sue richieste. E ha fissato un nuovo incontro per domani, martedì, alle 18.
L'assemblea che si è tenuta in serata
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