"Uguaglianza salariale. Punto!". Sotto questo slogan si sono riuniti martedì i sindacati per il 1° maggio. Una cinquantina gli eventi che hanno avuto luogo in tutta la Svizzera e da cui si sono levate voci per chiedere migliori condizioni di lavoro. A Zurigo sono sfilate 13'000 persone, a Basilea 2'500 e a Ginevra 2'000.
Al centro di tutte le rivendicazioni: il salario delle donne. Il principio della parità di retribuzione è stato sancito dalla Costituzione nel 1981, ma il genere femminile è ancora vittima di discriminazioni. Il loro stipendio è ridotto del 7% rispetto a quello di un uomo, e ricevono in media 600 franchi in meno al mese. Le aziende che tollerano questa differenza agiscono illegalmente, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali nei loro discorsi. Una realtà denunciata anche da Simonetta Sommaruga, che ha visitato la fabbrica di cioccolato Läderach nel canton Glarona, e dal presidente della Confederazione Alain Berset, che nel suo discorso tenuto a Sion ha parlato di "uno dei più grandi scandali del paese".
"Per i diritti e per la parità. All'arrembaggio"
“Questa differenza non può essere spiegata da fattori oggettivi: si tratta di pura discriminazione”, ha affermato Regula Bühlmann, membro dell'Unione sindacale svizzera. Questo è il motivo per cui il Consiglio federale vuole introdurre controlli e sanzioni per le imprese, già introdotti in altri paesi come per esempio l’Islanda.
Ma il Consiglio degli Stati non vuole sentirne parlare. Nella migliore delle ipotesi si propongono misure volontarie. "Ma il limite di tasso alcolico alla guida è forse facoltativo? – si chiede la sindacalista - E la velocità sull'autostrada?"
“Una donna può sempre lamentarsi delle sue condizioni, ma spesso si finisce con il licenziamento, ha aggiunto poi Bühlmann.
Salari sotto attacco
“Troppo spesso i guadagni dei dipendenti vengono attaccati”, ha segnalato Giorgio Tuti, presidente dell'Sindacato del personale dei trasporti (SEV), citando come esempi la riforma delle prestazioni complementari e quella dell'AVS. “La destra ora vuole anche imporre un aumento dell’età pensionabile per le donne, ma senza compensazioni finanziarie”.
“La destra vuole anche risparmiare sul servizio pubblico, specialmente nei media e nei trasporti pubblici. Le FFS tagliano 1’400 posti di lavoro e vogliono ancora risparmiare sulle spalle dei lavoratori modificando il contratto collettivo di lavoro - ha continuato Tuti - La direzione dell’azienda vuole ridurre gli stipendi, ridurre le vacanze e aumentare l'orario di lavoro".
Una follia
“Le ineguaglianze rendono la società più povera, più malata, più criminale, e frenano l’innovazione - ha ricordato il consigliere nazionale Corrado Pardini (PS/BE) a Bienne - Il nostro compito è fermare questa follia”. Gli impiegati spesso ne sanno più dei loro manager, ha sottolineato infine il socialista.
ATS/Bleff
Notizia data nel Radiogiornale delle 18.30