Un importante tassello per la stabilizzazione della rete elettrica nazionale - ed europea- entra in servizio in queste ore in Vallese. Si tratta della centrale di pompaggio e turbinaggio di Nant de Drance (sopra Martigny) portata a termine dopo 14 anni di lavori, con un investimento da oltre 2 miliardi di Franchi.
Sfrutta i due laghi artificiali di Émosson come un'enorme batteria, in grado di fornire elettricità nei momenti di maggior richiesta.
Si è trattato di un progetto faraonico, lanciato nel 2009 dal gruppo energetico Alpiq e dalle Ferrovie federali, con la partecipazione delle Forze motrici Vallesane. Il cuore dell'impianto è costituito da una sala macchine sotterranea - con 6 turbine da 150 Megawatt ciascuna - in grado di operare come pompe, nei momenti di bassa richiesta. Non necessariamente di notte, precisa il Direttore dei lavori, intervistato dai colleghi della RTS: "L'eccedenza di energia - spiega Éric Vuignier - si verifica anche quando gli impianti solari ed eolici producono più di quanto richiesto. Ed è in questi momenti che entrano in gioco le pompe, spingendo l'acqua nel lago superiore. In caso di richiesta, l'energia immagazzinata verrà nuovamente trasformata in elettricità, e immessa nella rete".
La centrale vallesana ha quindi un ruolo fondamentale per stabilizzare la rete svizzera e contribuire all'approvvigionamento, in un momento in cui lo stesso Consiglio federale non esclude una penuria di elettricità (in vista del prossimo inverno) per una ridotta produzione degli impianti nucleari francesi.
Secondo Alain Sauthier, direttore della centrale, "il sito vallesano non permetterà tuttavia di costituire scorte di energia su lunghi periodi, perché l'impianto si limita a compensare le fluttuazioni giornaliere, o tuttalpiù settimanali".
Il rischio di un blackout invernale resta purtroppo uno scenario verosimile, anche se la nuova centrale vallesana di Nant de Drance, con una potenza installata di 900 Megawatt, figura già tra le più potenti in Europa.