Il fronte dei contrari alla modifica del Codice civile per istituire il cosiddetto “matrimonio per tutti” è sceso in campo e oggi a Lugano la sezione ticinese del comitato per il “no” al testo in votazione il prossimo 26 settembre ha presentato le sue argomentazioni contro la nuova legge che, se approvato, darà la possibilità a due uomini e due donne di sposarsi. Verrebbe così sostituita l'attuale unione domestica registrata.
Per Consiglio Federale e Parlamento, favorevoli alla modifica, il matrimonio per tutti eliminerebbe le attuali disparità, ma per i contrari ne creerebbe delle altre e porrebbe una serie di criticità. “Nella riforma è contenuta una liberalizzazione della medicina procreativa ed è contenuto un diritto a un figlio che oggi non è nemmeno prerogativa delle coppie eterosessuali. È su questi aspetti che bisogna discutere”, ci spiega Marco Romano, consigliera nazionale ticinese del PPD e membro del comitato che ha indetto il referendum contro la modifica legislativa approvata dalle Camere federali.
“Questa riforma si focalizza sugli adulti che vogliono avere un figlio – aggiunge Romano –; si concede l’utilizzo della medicina procreativa alle coppie lesbiche: quindi alle donne sì, mentre agli uomini questo diritto resterà negato. Pensiamo che la medicina riproduttiva oggi per le coppie eterosessuali è l’ultima ratio: è possibile solo quando vi è infertilità o vi è il rischio di malattia grave. Per le coppie lesbiche diventerà l’approccio iniziale, anche quando non c’è infertilità e quando si pensa a un mero diritto egoistico, senza pensare al figlio che avrà diritto di conoscere il donatore di sperma solo una volta compiuti i 18 anni”.
Per i favorevoli non vi sarebbe tuttavia nessuna discriminazione, si tratta invece di una legge al passo coi tempi: “L’esperienza degli altri paesi ci mostra che per i bambini, che devono essere al centro del nostro interesse, a contare non è il sesso dei genitori o il loro orientamento sessuale, ma quanto questi si prendono cura di loro”, spiega alla RSI Alex Farinelli, consigliere nazionale ticinese del Partito liberale radicale.
I contrari al matrimonio per tutti temono anche che un sì alla legge apra la strada alla maternità surrogata. Un tema che tuttavia non è contemplato dall’oggetto in votazione. “Le mozioni e vari interventi parlamentari sono già pendenti – spiega però Piero Marchesi, consigliere nazionale ticinese dell’UDC, anche lui membro del comitato per il referendum –. È ovvio che se il matrimonio per tutti dovesse passare, dietro all’angolo ci sarebbe questa tendenza a uniformarsi ad alcuni Paesi europei, dove si può addirittura scegliere il bambino come lo si vuole facendo capo alla genetica, smontando il concetto di famiglia tradizionale”.
Matrimonio per tutti, sì in vantaggio
Consiglio federale e Parlamento sono favorevoli alla modifica di legge; secondo un recente sondaggio di gfs.bern per SSR anche il 69% degli interpellati sostiene la revisione del Codice civile.