L'UDC raccomanda la bocciatura della revisione della Legge Covid-19 in votazione il prossimo il 28 novembre. Lo ha deciso oggi, sabato, l'assemblea dei delegati riunita a Granges-Paccot (FR) con 181 voti contro 23.
La decisione non è una sorpresa: già venerdì sera il comitato direttivo aveva raccomandato di bocciare la legge che autorizza in particolare il certificato Covid-19, ma rafforza anche il sostegno ai casi di rigore e introduce misure per i lavoratori indipendenti, disoccupati, le società sportive professionistiche, il settore culturale e quello degli eventi. Contro la revisione legislativa, adottata dal Parlamento il 19 marzo e entrata subito in vigore poiché dichiarata urgente, tre comitati referendari avevano raccolto complessivamente 187'239 firme.
In precedenza, nel suo discorso introduttivo, il presidente UDC Marco Chiesa ha nuovamente criticato la politica portata avanti dallo schieramento rosso-verde. "Essere a sinistra significa vivere a detrimento degli altri", ha detto il senatore ticinese aggiungendo che la "politica di sinistra consiste nel gettare dalla finestra i soldi guadagnati da altri".
Chiesa ha puntato in particolare il dito contro la cosiddetta "iniziativa 99%" della Gioventù socialista (GISO), che vuole tassare al 150% (e non più al 100%) una parte del reddito da capitale. La proposta di modifica costituzionale è particolarmente dannosa per le imprese e le start-up. Le imprese dovranno versare somme enormi allo stato, soldi che queste necessitano per sopravvivere e investire. Conseguenza: la Svizzera diventerà meno attrattiva per gli investitori e gli impieghi saranno minacciati. L'iniziativa popolare è quindi stata bocciata all'unanimità dall'assemblea.
I delegati hanno in seguito discusso della modifica del Codice civile denominata "matrimonio per tutti", ossia indipendente dal sesso o dall'orientamento sessuale. Con 148 voti contro 39 hanno raccomandato la bocciatura della riforma. La proposta di lasciare libertà di voto è pure stata respinta con 137 voti contro 65.
ATS/Swing