La Conferenza episcopale svizzera (CVS) vuole istituire un tribunale ecclesiastico penale e disciplinare per la Chiesa cattolica in Svizzera. Questa decisione fa seguito all’ampiezza dei casi di abusi sessuali rivelati da uno studio recente condotto dall’Università di Zurigo.
In un comunicato diffuso sabato i vescovi si dicono “sconvolti” dai risultati della ricerca, che ha messo in luce l’esistenza di un gran numero di casi di abusi nella Chiesa cattolica negli ultimi 70 anni. Auspicano quindi l’istituzione di un tribunale nazionale: i prelati stanno lavorando per organizzare un incontro con i responsabili vaticani nelle prossime settimane.
Le leggi svizzere continuerebbero ad avere la precedenza e le autorità penali sarebbero obbligatoriamente coinvolte in tutti i casi di abusi o altri reati commessi o commessi in ambito religioso. Il tribunale ecclesiastico si occuperebbe anche delle sanzioni necessarie in caso di violazione della legge ecclesiastica, si legge in un comunicato stampa della Conferenza episcopale svizzera (CES) di sabato mattina.
Un tribunale ecclesiastico penale per gli abusi sessuali
Telegiornale 23.09.2023, 20:31
A Roma la CVS promette anche di affrontare altri temi, “come un diverso approccio alla morale sessuale della Chiesa, un’integrazione più egualitaria delle donne nei processi decisionali e il problema della concentrazione del potere”.
I tre committenti dello studio, tra cui la CES, hanno adottato cinque altre misure. In primo luogo lo studio nazionale condotto da Monika Dommann e Marietta Meier, ricercatrici all’Università di Zurigo, sarà proseguito nel 2024-2026: il finanziamento è già stato predisposto. Secondariamente vi sarà un centro nazionale per le denunce: il progetto sarà realizzato in collaborazione con le associazioni di assistenza alle vittime.
Il terzo tema riguarda la possibilità di “consentire ai ricercatori di continuare a studiare gli abusi nei prossimi anni, per cui tutti i membri della CVS hanno firmato un impegno personale (in contraddizione, tra l’altro, con il diritto canonico vigente) per garantire che tutti gli archivi di loro competenza riguardanti gli abusi continuino a essere disponibili e che nessun documento vada distrutto”.
Il quarto aspetto consiste nella decisione di estendere a tutta la Svizzera un discernimento psicologico approfondito per i candidati ai seminari, ai noviziati e alla formazione come operatori pastorali laici. La quinta e ultima misura immediata (tutte in vigore al massimo entro la fine del 2024) sarà la professionalizzazione dei fascicoli personali: l’obiettivo è garantire che i fascicoli di tutti gli operatori pastorali siano sempre completi e possano essere seguiti in caso di cambiamento di sede.
Abusi del clero, si muovono le procure
RSI Info 22.09.2023, 18:23