Svizzera

"Un tribunale sulle iniziative"

È una raccomandazione alla Svizzera nell'ultimo rapporto sui diritti umani del Consiglio d'Europa. Nostra intervista al commissario Nils Muižnieks

  • 17 ottobre 2017, 12:00
  • 23 novembre, 03:56
02:38

Svizzera, iniziative popolari e politica migratoria: a colloquio con Nils Muižnieks, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa

RSI Info 17.10.2017, 12:00

C'è un'ampia serie di elementi presi in esame nell'ultimo rapporto del Consiglio d'Europa - presentato martedì mattina - su Svizzera e diritti umani: dall'accoglienza dei richiedenti l'asilo, alle detenzioni amministrative; dall'applicazione della norma antirazzismo, fino ai diritti sociali e ai nuovi poteri dei servizi segreti. Il rapporto, su un piano complessivo, riconosce alla Svizzera un solido quadro di protezione e promozione dei diritti umani. Nelle 40 pagine della relazione, tuttavia, gli apprezzamenti si alternano anche a rilievi più critici su diversi aspetti.

La consegna a Berna delle firme dell'iniziativa "Per l'autodeterminazione", nell'agosto del 2016

La consegna a Berna delle firme dell'iniziativa "Per l'autodeterminazione", nell'agosto del 2016

  • keystone

Fra questi ultimi, spicca senz'altro la preoccupazione espressa in merito all'
iniziativa popolare "Per l'autodeterminazione". Il testo (depositato nel 2016 con più di 116'000 firme valide a sostegno) punta a stabilire la prevalenza del diritto costituzionale svizzero su quello internazionale. Opponendosi all'iniziativa, il Consiglio federale ha già evocato i rischi - in caso di accettazione - dell'impossibilità di applicare alcune norme della
Convenzione europea dei diritti umani (CEDU) e di una possibile estromissione della Svizzera dal
Consiglio d'Europa, organismo di cui fa parte dal lontano 1963.

La sede, a Strasburgo, della Corte europea dei diritti umani

La sede, a Strasburgo, della Corte europea dei diritti umani

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"
Beh, spero che non arriveremo a questo..." , commenta
Nils Muižnieks. L'attuale commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa sottolinea però la difficile compatibilità fra l'iniziativa popolare e l'appartenenza all'organizzazione sovranazionale. "
Esserne membro significa essere disposti a rispettare le sentenze della Corte europea dei diritti umani". È quindi la Corte ad avere l'ultima parola, non i giudici nazionali", sottolinea da noi intervistato in collegamento video da Strasburgo.

Un organo indipendente sulle iniziative

Spetterà agli elettori pronunciarsi, e verosimilmente già il prossimo anno. "Ritengo che le iniziative popolari siano un'ottima cosa, ma la gente deve essere chiaramente informata sulle conseguenze del proprio voto", osserva intanto il politologo lettone. Nel suo rapporto raccomanda quindi alla Svizzera di istituire un meccanismo volto a verificare la compatibilità delle iniziative popolari con i trattati internazionali legati ai diritti umani.

Nils Muižnieks, politologo e attivista per i diritti umani, è commissario del Consiglio d'Europa dal 2012

Nils Muižnieks, politologo e attivista per i diritti umani, è commissario del Consiglio d'Europa dal 2012

  • reuters

I politici, sostiene Muižnieks, tendono a relativizzare di fronte alla popolazione gli effetti legati ad un voto. "
Riteniamo perciò necessario un organo indipendente, un tribunale, che possa dire: 'se volete questa cosa, bene, ma queste saranno le conseguenze'".

Svizzera e flussi migratori

A problemi legati a rifugiati e flussi migratori, è quindi dedicata una parte consistente del rapporto. In particolare vengono riferite accuse su alcune violazioni dei diritti umani verificatesi alla frontiera sud del paese: casi di "persone rinviate sommariamente verso l'Italia, senza aver aver avuto la possibilità di depositare le proprie domande d'asilo". Muižnieks, che ritiene attendibili tali denunce, ha così chiesto alle autorità elvetiche di indagare e di adoperarsi con misure tese a evitare che in futuro si ripetano situazioni analoghe.

Flussi migratori: il rapporto cita denunce su casi di rinvii sommari in Italia

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  • archivio tipress

Quanto alla politica migratoria nel suo insieme, "
ho identificato alcuni problemi, ma anche alcuni aspetti molto incoraggianti", afferma il commissario, sottolineando in particolare la riforma della procedura d'asilo e la decisione di offrire assistenza legale fin dall'inizio delle procedure. Muižnieks auspica peraltro una maggiore armonizzazione procedurale e più sensibilità verso categorie di migranti particolarmente vulnerabili, come bambini non accompagnati e donne traumatizzate.

Alex Ricordi

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