La Svizzera si prepara a entrare in una nuova fase della gestione dell'emergenza coronavirus. La data di lunedì prossimo, fra la riapertura delle scuole, della ristorazione e di tutti gli esercizi commerciali, sarà in questo senso cruciale. Ma intanto qual è il giudizio della popolazione sulla strategia di uscita dalla crisi impostata dal Consiglio federale? Soprattutto intorno a questo interrogativo ruotava il sondaggio online a cui tutti i lettori hanno potuto partecipare, negli ultimi giorni, sui portali d'informazione della SSR. Un rilevamento che ha beneficiato di una partecipazione considerevole: vi hanno infatti preso parte più di 32'000 persone da tutte le regioni linguistiche del Paese.
Circa l'allentamento delle restrizioni in programma dall'11 maggio, i giudizi risultano piuttosto divisi. A definirlo appropriato è di per sé solo il 36% degli interpellati. Tuttavia, tenendo conto delle percentuali di insoddisfatti in un senso e nell'altro, e di quel 23% che giudica più o meno timida la démarche impostata dal Governo, l'allentamento delle misure può in una certa misura apparire - osservano gli analisti del sondaggio - come una soluzione di compromesso suscettibile di ottenere una maggioranza.
Il giudizio globale sull'allentamento delle misure restrittive
Il fronte di coloro che reputano questa strategia più o meno affrettata riunisce a livello nazionale il 42% dei partecipanti al sondaggio. Tale quota sale però complessivamente al 62% nella Svizzera italiana dove poi, sulla scia dell'impatto della pandemia nella regione, solo il 29% degli interpellati condivide la portata e la tempistica dell'allentamento.
Le valutazioni in relazione ai settori interessati
Ma andiamo più nei dettagli. Su quali settori vertono, in particolare, riserve e critiche? Secondo consistenti quote di partecipanti - ed è il dato nazionale - si è proceduto troppo in fretta in relazione alla riapertura delle scuole e, più ancora, della ristorazione. E i giudizi in questo senso assumono un peso ancora maggiore proprio nella Svizzera italiana.
Le valutazioni sulla questione delle competenze in ordine alla riapertura delle scuole
Circa le scuole, un certo dibattito si è sviluppato sulla questione delle competenze per la loro riapertura. A livello nazionale è il 41% degli interpellati a sostenere la necessità di una migliore concertazione fra i cantoni. Per quasi un quarto dei partecipanti la Confederazione dovrebbe invece emanare più direttive. È infine il 10% a sostenere l'idea, in questo ambito, di una maggiore autonomia dei cantoni. Percentuale che, nella Svizzera italiana, si estende però fino al 33%.
Soffermiamoci ora sugli aiuti straordinari disposti dalla Confederazione a causa dell'emergenza. Un sostegno miliardario è stato ora destinato anche alle compagnie aeree Swiss e a Edelweiss, che la crisi ha messo in serie difficoltà. La misura in questione risulta però criticata dal 47% dei partecipanti al sondaggio. Fra i contrari prevale l'idea per cui la concessione dei crediti avrebbe dovuto dipendere da requisiti ambientali. I favorevoli invece (42%) motivano la loro posizione con le esigenze di collegamento col resto del mondo e la necessità di salvaguardare migliaia di posti di lavoro in Svizzera.
Veniamo così alle valutazioni che, più in generale, concernono la gestione della crisi da parte del Consiglio federale. Fiducia nell'Esecutivo continua a essere espressa da una netta maggioranza (62%) degli interpellati. Il discorso si fa invece più articolato in relazione alla concentrazione di poteri assunta dall'Esecutivo in ragione del diritto d'urgenza. Il 46% degli interpellati la reputa giusta e ritiene che dovrebbe rimanere così fino alla conclusione della crisi. Per oltre un terzo si tratta invece di iniziare presto a ridimensionarla. Solo il 12%, infine, sostiene che sia e sia stata eccessiva.
Crisi coronavirus e impatto sulle previsioni per le ferie estive
La popolazione si appresta così ad affrontare i prossimi sviluppi della crisi. E dopo già tante restrizioni, a subire inevitabili ridimensionamenti saranno anche le tanto agognate ferie. Un quarto degli interpellati, vista la situazione, ritiene che purtroppo non le farà affatto o che rimarrà a casa. Figura però anche in crescita il numero di coloro che prevedono di poter comunque fare gite, brevi uscite o anche vacanze più lunghe sul territorio nazionale.
Il sondaggio, elaborato per la SSR dall'istituto demoscopico Sotomo, presenta un margine d'errore statistico, per eccesso o per difetto, di 1,1 punti percentuali.
Alex Ricordi