L'assalto dei Verdi alla diligenza è fallito e la Svizzera italiana, dopo la riconferma di Ignazio Cassis, può così tirare un sospiro di sollievo: la Terza Svizzera continuerà infatti a essere rappresentata nel Governo del Paese. La sfida lanciata dai Verdi aveva del resto pochissime probabilità di riuscita: lo preconizzavano i numeri in campo e, più ancora, i tanti richiami alla concordanza che, ancora una volta, hanno fatto breccia nella maggioranza del Parlamento federale.
Continuità, quindi, e nel segno di una cautela tipicamente svizzera. Ciò non significa, tuttavia, che la sfida dei Verdi non abbia lasciato traccia. Nessuno, del resto, può sognarsi di relativizzare la portata dell'avanzata ambientalista e l'emergere, più in generale, di una rinnovata sensibilità politica negli animi della popolazione. Sono stati i risultati delle urne a mostrarla in modo inequivocabile.
Preso d'assalto dai massmedia dopo il fallito attacco di Regula Rytz al seggio di Ignazio Cassis, il capogruppo dei Verdi Balthasar Glättli ha espresso amarezza per quanto avvenuto in mattinata. "Da professionista sapevo come sarebbero andate le cose - ha ripetuto a tutti i microfoni - ma in quanto politico non posso nascondere di essere molto deluso".
Ma la forza elettorale, disgiunta da altri criteri, non può essere invocata con successo se si vuole rivendicare con efficacia un ingresso nell'Esecutivo. In questo senso i Verdi pagano errori di strategia considerevoli: da una fattuale indifferenza al problema di un'estromissione della Svizzera italiana dal Governo (quando un'equa rappresentanza delle regioni è espressamente prescritta dalla Costituzione federale), fino ad una prova di forza lanciata senza un preventivo sostegno da parte dei Verdi liberali, gli altri grandi vincitori del voto del 20 ottobre.
Comparsa involontaria della mattinata odierna a Palazzo federale federale è stato il consigliere nazionale del PLR sangallese Marcel Dobler, che ben 21 dei 244 "grandi elettori" hanno preferito all'uscente Karin Keller-Sutter. A rovinare il buon umore della magistrata sangallese hanno poi pensato anche i 37 deputati che hanno deposto nell'urna una scheda bianca e i 16 che hanno scritto altri nomi. Per KKS il risultato si è tradotto in una rielezione sotto tono: 169 voti. Solo Ignazio Cassis, con 145 suffragi, ha fatto peggio di lei.
Su questi punti la questione della concordanza può ancora essere sollevata con efficacia, come si sono incaricati di dimostrare gli esiti di questa intensa mattinata a Palazzo federale. Ma la sensazione è che in avvenire non potrà più essere invocata per neutralizzare l'impatto di forti mutamenti nei rapporti di forza fra i partiti. La "formula magica" resta al timone del Paese. Tutto però lascia prevedere che la nuova legislatura sarà un banco di prova senza appello per i partiti di Governo, chiamati a dare risposte su più fronti. Se non troveranno soluzioni convincenti per vari dossier ancora sul tavolo (dai costi della salute, fino alle questioni ambientali e all'accordo quadro con l'UE) risulterà difficile tener fuori dalla stanza dei bottoni chi rivendica con accresciuta legittimità il diritto di entrarci.
Alex Ricordi - Marco Petrelli