In Svizzera, ogni persona consuma in media 125 chili di plastica all’anno, il record europeo. Tuttavia, solo una netta minoranza dei comuni offre la raccolta degli imballaggi, con il Ticino che si distingue come eccezione.
Per migliorare questa situazione, l’organizzazione RecyPac ha lanciato una nuova offerta, come spiega la direttrice Odile Inauen: “La grande novità è la creazione di una rete nazionale di raccolta e riciclaggio di imballaggi e delle confezioni in cartone per bibite”. Sarà inoltre introdotto un sacco unico per tutte le plastiche a un prezzo fisso, che coprirà unicamente i costi di lavorazione.
Gli ambientalisti non si oppongono direttamente al progetto, ma evidenziano alcuni problemi, come l’efficienza ancora bassa del riciclaggio. Florian Kasser, di Greenpeace Svizzera osserva: “Il problema di questo riciclaggio è che porta a creare un’infrastruttura logistica per recuperare le plastiche che, a differenza del PET, non possono essere riutilizzate nello stesso modo”. Secondo Kasser, per raggiungere gli obiettivi climatici, sarebbe necessario ridurre sensibilmente l’impiego della plastica monouso.
Un’argomentazione a cui Inauen replica, asserendo che “riutilizzare il più possibile questa massa di imballaggi” e ridurla a granulato da destinare all’industria “è meglio che mandarli all’inceneritore”. L’offerta di RecyPac partirà il primo ottobre. Ora tocca ai comuni stipulare un accordo per la raccolta a tappeto e il riciclaggio della plastica.