Una petizione per uscire dal lockdown è stata promossa a metà dello scorso gennaio da un giovane politico zurighese e in meno di un mese ha raccolto oltre 100'000 firme. “Il sostegno è stato molto rapido, non ce lo aspettavamo”, ha commentato il promotore Leroy Bächtold, imprenditore e militante del PLR.
Insieme ad altri giovani politici, non tutti di area liberale, chiede la riapertura di bar e ristoranti. Gli interessi economici sono secondari, ci spiega. “Crediamo fermamente che anche con le nuove varianti le misure non aiutino a fermare i contagi”, aggiunge Bächtold, citando i risultati di uno studio comparativo europeo e le analisi che indicano nella famiglia uno dei luoghi più a rischio.
Si chiede che le attività riaprano, sottostando a piani di protezione
La petizione durante i primi cinque giorni ha incassato 50'000 sottoscrizioni mentre ieri sera (lunedì) ha raggiunto e superato l’obiettivo delle 100'000 firme. Il testo chiese che oltre ai negozi, anche bar, ristoranti e centri per il tempo libero riaprano, sottostando a piani di protezione. Si chiede inoltre il rafforzamento delle misure di protezione, vaccinazioni e test per i gruppi a rischio.
Testo sottoposto al Governo
Da una prima valutazione, la petizione ha trovato sostegno soprattutto nella Svizzera tedesca, specialmente nella regione di Zurigo, ma un vero esame delle sottoscrizioni ancora non c’è stato; la petizione resterà comunque online fino alla prossima settimana, quando sarà consegnata insieme alle sottoscrizioni aggiornate al Consiglio federale, che tornerà a riunirsi.
Il Governo dovrà infatti presto ridiscutere le misure restrittive valide fino a fine febbraio. La scorsa settimana il ministro della sanità Alain Berset pronunciandosi sulla diffusione di nuovi ceppi, aveva parlato di “pandemia nella pandemia”, restando perciò cauto su allentamenti a breve termine.