Le esportazioni di vaccini dall’Unione Europea in direzione della Svizzera verranno tenute d’occhio con maggior attenzione. Così ha stabilito la Commissione europea, di fronte all’imbarazzo provocato dai rifornimenti a singhiozzo per i vaccini anti-covid.
Una vicenda che ha provocato ulteriori tensioni tra Bruxelles e Londra in particolare, con accuse incrociate di condizionare il trasporto dei prodotti farmaceutici. Accuse accompagnate dai malumori sollevati dall’atteggiamento delle case farmaceutiche che in questo periodo non riescono a onorare gli accordi conclusi per fornire quanto previsto.
L’export di prodotti farmaceutici tra UE e Svizzera verrà sorvegliato e controllato con maggior attenzione. Un trattamento a cui saranno sottoposti anche altri 16 paesi non-UE. E questo in base al principio della proporzionalità: Bruxelles valuterà se le esportazioni rappresentino una minaccia per il rifornimento di vaccini all’interno dell’Unione.
Per avere un quadro più completo ha dunque aggiunto oggi questi 17 paesi (tra cui la Svizzera) al proprio meccanismo di controllo. La loro situazione epidemiologica verrà analizzata da vicino, per capire se è migliore oppure peggiore rispetto a quella nell’UE; si valuterà anche quale sia l’accessibilità ai vaccini in quei 17 paesi.
La Commissione europea mette poi particolare accento sulla questione della reciprocità, per evitare che il paese di destinazione dei vaccini adotti da parte sua delle restrizioni nell’esportazione di vaccini verso paesi membri dell’UE.
L'UE è indignata
Toni polemici oggi a Bruxelles: nel suo comunicato sull’inasprimento dei controlli per le esportazioni di vaccini anti-covid verso paesi non-comunitari la Commissione europea se la prende direttamente con la Gran Bretagna. “L’UE ha esportato verso il Regno Unito 10,9 milioni di dosi” da fine febbraio. E dal Regno Unito invece ne sono giunti… zero. Le aziende dei 27 paesi membri hanno esportato grandi quantità di vaccini verso paesi che già hanno una grande capacità propria di produzione, ha affermato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, “uno squilibrio che porta a carenze di approvvigionamenti all’interno dell’Unione”. Dombrovskis ha parlato anche di “gravi inadempienze” da parte di AstraZeneca, che non rispetta neanche lontanamente gli impegni assunti per la distribuzione del suo vaccino. Ora nell’UE la situazione epidemiologica è “allarmante”, ha precisato la commissaria europea per la salute, Stella Kyriakides. Le autorità europee accelereranno la procedura di autorizzazione per i vaccini anti-covid, in particolare per rendere disponibili anche quelli aggiornati per le nuove versioni del coronavirus.