Le indagini proseguono a pieno regime sull’incidente occorso la settimana scorsa a un aereo della Swiss in volo fra Bucarest e Zurigo ma posatosi d’urgenza il 23 dicembre a Graz, in Austria, con problemi a un motore e fumo in cabina e nel cockpit. Le prime analisi evidenziano “un’anomalia fin qui sconosciuta”, secondo una comunicazione interna che è però trapelata ai media. Il propulsore “è andato in panne in modo improvviso e del tutto inatteso”.
Questa parte dell’apparecchio sarà smontata nello scalo austriaco e trasportata negli Stati Uniti per essere esaminata dalla Pratt & Whitney, l’azienda produttrice, in collaborazione con le autorità inquirenti. “Ciò potrebbe richiedere del tempo”, ha fatto sapere un portavoce della compagnia aerea. Nel frattempo, gli altri apparecchi del medesimo modello (la flotta della Swiss ne conta 30) rimangono comunque in servizio.
Stando alla Swiss, andrà verificato anche l’uso e il funzionamento dell’equipaggiamento di protezione (“Protective Breathing Equipment”) indossato dal personale.
Un membro dell’equipaggio è deceduto dopo una settimana di ricovero in ospedale in terapia intensiva, la morte è stata annunciata lunedì. È prevista un’autopsia. Il decesso annunciato lunedì sera rende questo incidente il più grave nei 23 anni di storia della Swiss. Un collega della vittima era pure finito in ospedale, ma era stato dimesso dopo pochi giorni. Anche altre 14 persone, fra cui due passeggeri, hanno avuto bisogno di cure mediche.
L’Airbus A220-300 del volo LX1885 aveva 74 passeggeri a bordo più cinque membri dell’equipaggio.
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