Ticino e Grigioni

È vino qualunque, non di marca

Cinque imputati sono a processo alle criminali di Lugano; sono accusati di aver venduto migliaia di bottiglie di vino contraffatto

  • 20 giugno 2023, 12:29
  • 3 agosto 2023, 07:15

Radiogiornale delle 12.30 del 20.06.2023

RSI Ticino e Grigioni 20.06.2023, 12:55

  • Imago
Di: Francesca Calcagno

Lo spacciavano per Tignanello 2012 di una nota cantina toscana. Bottiglie che oggi online costano fino a 250 franchi. Invece era vino rosso qualunque buono, ma non di marca. Vino accuratamente imbottigliato da enologi piemontesi e smerciato (dopo un’attenta contraffazione di capsule ed etichette) dagli imputati un po’ in tutta la Svizzera e in Italia. A Porza, Lugano, ma anche Ginevra, Zurigo e in diversi luoghi della Svizzera centrale.

I cinque – che hanno ruoli e responsabilità diverse in questa vicenda - sono accusati di aver guadagnato circa un milione e mezzo di franchi in un paio di anni, dal 2016 al 2018.

Il meccanismo della presunta truffa

Gli imputati – che hanno dai 29 ai 68 anni (tre cittadini svizzeri e due italiani tutti residenti in Ticino) – si presentavano con le loro bottiglie di vino contraffatto (Tignanello ma anche Amarone della Valpolicella o Sito Moresco, tutti vini di cantine molto rinomate).

Smerciavano le bottiglie tramite due società che avevano creato, la Netwine & Food (oggi in liquidazione) e la BDF Wine Culture (già cancellata) a enoteche, società di vendita al dettaglio e all’ingrosso, ristoratori, cantine e persino a un club di degustazione in Vallese. Qualcuno di questi acquirenti si era insospettito, dalla bottiglia e dal prezzo, altri per via dei dubbi sollevati da alcuni clienti. Ci è comunque voluto parecchio tempo prima che scattasse l’inchiesta che poi è durata parecchi anni.

La posizione degli imputati

In aula oggi ci sono solo tre dei cinque imputati. Due sono dispensati per ragioni di salute. I tre sono stati interrogati in aula e hanno fornito la loro versione dell’accaduto chiarendo i ruoli che hanno avuto in questa vicenda. Quattro imputati respingono le accuse e la qualifica giuridica dei reati. L’unico imputato reo confesso è un 68enne che oggi non è presente in aula. La lista degli accusatori privati però è lunga, c’è anche una grande catena di distribuzione svizzero tedesca. Impossibile invece dire quante bottiglie contraffatte siano effettivamente state smerciate negli anni; si ipotizza siano diverse decine di migliaia.

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